Quaderni di Roma - anno II - n. 5-6 - set.-dic. 1948

444 NOTE DI CRONACA Le stesse cose sarebbero da ripetersi a proposito del processo dei Pastori protestanti in Bulgaria (dove, del resto, i cattolici sono una infima minoranza). Non ci è dato soffermarci sulle vicende religiose di altre nazioni dell'Oriente europeo, sulla Polonia, dove il cattolicesimo ha dimostrato una insospettata forza di resistenza, di cui Mosca ha dovuto tener conto; sulla Lituania, la cui storia religiosa ormai si svolge ali'estero, essendo quella terra fatta desolata dalle deportazioni di lituani in massa e dalla importazione di elementi mongoli ed asiatici ( è di ieri a Roma l'inaugurazione ufficiale del Collegio San Casimiro per la formazione del clero lituano, con la presenza del fondatore, il sacerdote lituano di America Antonio Briska); sulla nazione ceca, che ancora resiste per sensibilità democratica occidentale e per la vivacità di piccoli nuclei cattolici; sulla Jugoslavia, sul1' Albania .... Il caso più grave per ora è sempre quello della Romania, dove, accanto alla incorporazione della Chiesa cattolica greca, abbiamo la non, meno triste vicenda dell'altro milione e mezzo di cattolici di rito latino, ai quali è stato imposto di accettare statuti distruttori di ogni principio cattolico di gerarchia e quindi inaccettabili; alla situazione romena accennava più a lungo il Sommo Pontefice nel discorso al popolo romano del 20 febbraio scorso, insolitamente forte: « Può dunque egli ( il Papa) tacere, quando in una Nazione si strappano con la violenza o con l'astuzia dal centro della cristianità, da Roma, le Chiese che le sono unite, quando s'imprigionano tutti i vescovi greco-cattolici, perché negano di apostatare dalla loro fede, si perseguitano e si arrestano sacerdoti e fedeli, perché rifiutano di separarsi dalla loro vera Madre Chiesa? » .. * * * La recente costituzione dello Stato d'Israele, caldeggiato dagli Stati Uniti dove gli ebrei hanno amici potenti, non presenta per sé stessa riflessi religiosi, ma pone indirettamente alcuni problemi. Nello Stato di Israele le correnti del comunismo rivoluzionario ed ateo non hanno la maggioranza, come alcuni pensavano, ma sono ancor meno rappresentate le correnti religiose rabbiniche di estrema destra: sembra prevalere un socialismo laico, del tutto indifferente ai problemi religiosi. Il punto delicato per la cristianità ( e, proporzione fatta, anche per i musulmani) è quella della tutela dei Luoghi Santi. Pio XII con l'Enciclica « Redemptoris nostri » del Venerdì Santo (15 aprile 1949) dopo aver deplorato la pietosa condizione dei profughi e delle vittime della guerra nella Palestina, chiede che sia garantito il libero accesso dei pellegrini cristiani ai Luoghi Santi di tutta la Palestina, e che le istituzioni cattoliche godano libertà nell'esercizio del culto e nelle opere educative; per questo Egli vede la fondamentale garanzia !)ella internazionalizzazione (Stato internazionale legalmente garantito) di Gerusalemme e dintorni (Betlemme); chiede poi particolari garanzie di immunità e protezione per tutti gli altri santuari palestinesi. Da rilevare l'invito ai fedeli di interessarsi del problema ed influire nei modi legittimi sui loro governi; se ne può dedurre che non la sola Francia (per gli storici privilegi) ma tutte le nazioni cattoliche, Italia compresa, debbano ritenersi interessate alla sorte dei Luoghi Santi. Si sa che durante la guerra tra ebrei ed arabi dei mesi scorsi vi furo~o deplorevoli episodi di violenza da parte ebraica contro persone ed istituzioni cattoliche. Il recentissimo colloquio del Cardinale Spellman con il Capo dello Stato Ebraico, Weizmann, può lasciar intravedere non solo che non si ripeteranno quei tristi episodi, ma che il governo ebraico non rifiuta a priori di prendere in considerazione i diritti dei cristiani in Palestina.

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