RASSEGNE 439 di risolverlo sono insufficienti, perché egli si appoggia sulle esposizioni più antiche di Sarpi, di Pallavicino e di Hefele; si tratta dunque di esposizioni indirette, non attinte alle fonti, e basate su idee antiquate della storia della costituzione della Chiesa e senza distinzione esatta delle varie tendenze. Benché, per comprendere il Concilio di Trento in se stesso, sia necessario tornare indfetro ai Concili del '400 ed alle tendenze successive a formare delle chiese nazionali, sarebbe tuttavia sbagliato spiegare l'opposizione, fatta a Trento, con le idee accoppiate di conciliarismo-curialismo e di federalismo-centralismo. Il conciliarismo più antico non era sparito, ma i gallicani del Concilio di Trento non erano più i conciliaristi di Basilea; l'episcopalismo degli spagnuoli a Trento non ha a che fare con il radicalismo dell'opposizione fatta a Basilea, esso trae la sua forza dal campo teologico ed è in rapporto col grande movimento riformatore spagnuolo. Esso dimostra la sua forza non soltanto al Concilio, lottando per il titolo del Concilio« universalem ecclesiam repraesentans », e contro il diritto esclusivo dei legati, ma, terminata la seconda sessione, la dimostra altresì con il tentativo di ritardo nel mandare ad effetto i decreti riformatori. Nella lotta per il f111divin111n del dovere di residenza e del potere vescovile, che ha reso così drammatica la terza sessione, gli spagnuoli non sono riusciti a prevalere nonostante la loro unione con i gallicani; sarebbe però sbagliato voler parlare di un loro completo insuccesso. Il programma riformatore ottenuto dal Cardinale Morone nell'estate del 1563 contro grandi resistenze provenienti da ambedue le parti, era un compromesso fra le tendenze contenute nei libelli sulla riforma nazionali e vescovili e la tradizione curiale. Il fatto però che il Concilio non ha dato nessuna definizione del primato papale - la quale di fronte al protestantesimo sarebbe stata necessarissima - doveva mettere in guardia il Miegge da conclusioni precipitate. Se a Trento realmente si fosse passato sopra alle esigenze vescovili, come potrebbe sembrare secondo il Miegge, come va che uno dei più zelanti propugnatori del Concilio di Trento era proprio il capo dell'opposizione spagnuola, l'arcivescovo Guerriero di Granada? No, il papato ha ottenuto la sua più grande vittoria non d11rante il Concilio di Trento, ma dopo di questo, quando esso, contrariamente alle opposizioni di molti, confermò illimitatamente i decreti riformatori, li eseguì, e con ciò si mise a capo del movimento di riforma. Con vera soddisfazione si notano delle tendenze contrarie a quelle dell' articolo del Miegge nel lavoro di A. C. Jemolo « Riforma tridentina nell'ambito matrimoniale» (pp. 45-50) perché vi si dimostra una conoscenza profonda dei rispettivi problemi ed acutezza dei concetti. Il dibattito intorno alla riforma radicale del diritto matrimoniale, la dichiarazione di nullità del matrimonio clandestino coli' introdurre la forma tridentina (consenso matrimoniale davanti al parroco ed a due testimoni) viene definita brevemente, poi si tratta delle opposizioni prodotte in Italia dal decreto TametJi. Ancora nel 1735 Prospero Lambertini, il futuro Papa Benedetto XIV, vide dei patti nuziali, contratti · in presenza di un notaio, coll'invocazione di Dio e dei santi, considerati da uno dei contraenti impegnativi e validi sul serio, e nel 1761 il canonista Berardo riferisce che in quel tempo i giuristi ritenevano che il fidanzamento fatto davanti al parroco ed a due testimoni diventasse matrimonio valido mediante la copula! Di fronte al lavoro del Jemolo dobbiamo constatare purtroppo che un esame veramente soddisfacente del modo come è nato il decreto TametJi ancora non esiste. L'esecuzione del Tridentinum, cioè il metterne in pratica i decreti nella vita ecclesiastica dei singoli paesi e delle diocesi, non è affatto terminato colla pubblicazione formale di questi decreti, ma è invece un processo che è durato dei secoli. Quanto tempo non è stato necessario per esempio per introdurre l'uso dei seminari tridentini! Ma appunto questa lentezza della esecuzione, la lotta lunga
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