Quaderni di Roma - anno II - n. 5-6 - set.-dic. 1948

LA DEMOCRAZIA NEL PENSIERO CRISTIANO le forze sociali, giuridiche, economiche, nella pienezza del loro sviluppo gerarch1Cocooperano proporzionalmente al bene comune, influendo nell'ultimo risultato a prevalente vantaggio delle classi inferiori. E chiaro che in questa definizione la parola popolo inclusa nella parola democrazia è intesa nel bel senso latino, ha cioè il suo vero ampio significato della intera popolazione con tutte le sue classi (= Società). Si afferma con ciò il primato dell'etica nell'ordine sociale e il fondamento dell'ordine sociale sul dovere. Questo dovere che nella sua funzione sociale è la sintesi di due virtù fondamentali, la giustizia e la carità. Dal fine generico, principale che è il bene comune, raggiungibile con la cooperazione di tutti, mediante la solidarietà, sgorga, come calore da fiamma, il fine specifico, il bene prevalente dei più bisognosi di aiuto, in appplicazioni del principio di proporzionalità. Quindi non solo meccanica giustizia commutativa, come vuole la filosofia individualistica liberale, ma anche e più una giustizia distributiva nelle relazioni tra chi più ha e chi meno ha. Una democrazia così intesa postula un modo nuovo e originale di concepire i classici concetti di libertà, fratellanza, eguaglianza. La democrazia tende al suo fine, il bene comune, senza rivoluzionare e distruggere gli elementi e le forze che compongono la· società, anzi potenfiandoli e difendendoli nella loro rispettata autonomia - donde la gelosa tutela dell'autonomia della persona umana e delle singole fa-' miglie - favorendo il loro mùltiforme sviluppo attraverso una rispettata attività privata e una facilitata permeabilità delle diverse classi: in che si sostanzia e condiziona il nuovo concetto complesso di libertà. E ancora senza infrangere la subordinazione di tutti alla legge del dovere, anzi di questa facendo il punto di partenza e di arrivo dei rapporti di reciprocità sociale, ciò che compone il titolo primo e comune di virtuale eguaglianza. E ancor più senza scardinare gli elementi e le forze costitutive della società, ma anzi facendole proporzionalmente cospirare al comune vantaggio traducendo in atto la solidarietà che è fratellanza. La democrazia è costituita da un sistema di rapporti, ossia di ordinamenti, e si attua con un triplice ordine di mezzi: 1) la libera iniziativa dei singoli; 2) la iniziativa delle singole classi in sé e nelle loro relazioni; 3) la iniziativa dello Stato, protettiva, promotrice, coordinatrice. La triplice schiera dei diritti che accompagna e organizza ordinatamente la triplice iniziativa poggia sulla pietra incrollabile del dovere morale. Questo più ampio e più vero concetto di democrazia inteso nel senso di cospirazione di forze sociali e giuridiche converso a proteggere, rispettare, elevare il popolo (nella sua accezione latina) ha valore universale, è cioè proprio di tutti i tempi e di tutti i luoghi, così che chi si mette fuori dalla democrazia così intesa, si mette fuori dell'ordine sociale.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==