422 GIUSEPPE ARMELLINI nelle Indie, non si occupò soltanto dell'eclisse totale di Sole, ma trovò anche jJ tempo di esaminare gli spettri di alcune stelle australi con l'equatoriale Merz ed il prisma obbiettivo che aveva portato seco. Ed ebbe la sorte di scoprire che la lucente stella y della costellazione della Nave (ì' Argus) presenta una particolarità interessante (che si riscontra soltanto in alcune stelle, dette di Wolf, ed in alcune variabili) e cioè ha uno spettro in cui compaiono, insieme alle righe oscure, anche righe luminose. Tornato a Roma ed ottenuta la stabilità nel suo ufficio, l'astronomo continuò i lavori a cui abbiamo accennato e ne intraprese due altri, veramente grandiosi e di lunga lena; voglio dire il Catalogo Stellare e le misure quotidiane del diametro del Sole. Diamone qualche cenno, cominciando dal primo. Secondo il vasto programma da lui elaborato, Respighi si propose di eseguire una « revisione generale » delle « declinazioni » di tutte le stelle visibili (dalla prima alla sesta grandezza) nell'emisfero celeste boreale. A tal scopo occorrevano circa ottantamila osservazioni di passaggi di stelle al meridiano, da effettuarsi per metà osservando direttamente le stelle in cielo e per metà osservando invece le loro immagini riflesse in un bagno di mercurio. Ogni osservazione (oltre a tutte le operazioni preliminari, di puntamento., ecc.) portava poi quattro letture ai quattro microscopi micrometrici dei cerchi gradutati, dando così un insieme di trecentoventimila letture micrometriche, senza parlare degli ottantamila puntamenti, delle livellazioni, rettifiche strumentali, ecc. Ma, senza lasciarsi atterrire dalla vastità del programma - che il Respighi stesso chiama « gigantesco » - egli ed i suoi due valorosi aiuti, Prof. Alfonso Di Legge (poi suo successore) e Prof. Francesco Giacomelli, si misero coraggiosamente all'opera. Ed infatti, nel 1878, vediamo apparire, nelle Memorie dell'Accademia dei Lincei, un primo « Catalogo Preliminare» di 285 stelle; a cui segue, nel 1880, un primo « Catalogo di declinazioni» di 1463 stelle e, nel 1885, un secondo « Catalogo di declinazioni » comprendente altre 1004 stelle. Sono questi i due famosi « Cataloghi di Respighi », che troviamo citati in tutti i lavori posteriori del genere, italiani e stranieri, e che costituiscono - per usare le precise parole di cui volle servirsi il grande Schiaparelli, in una relazione presentata alla stessa Accademia dei Lincei il 7 gennaio 1894 - « il pùì importante lavoro del genere che sia stato fatto in Italia, dai tempi di Santini al presente». Respighi non poté disgraziatamente vedere la fine del grande lavoro, che venne terminato dopo la sua morte dal Di Legge e dal Giacomelli, i quali vollero anche completarlo con le misure di « ascensione retta » delle stelle contenute nel Catalogo; ciò che richiese altre diciannovemila ducentosettanta osservazioni, eseguite in settecentonovantacinque notti d'intenso lavoro. Ebbe così origine il « Catalogo Capitolino » che fu presentato ai Lincei dallo stesso Schiaparelli, il quale volle aggiungere nella sua rela-
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