MOTIVI RELIGIOSI ED ETICI DEI «PERSIANI» DI ESCHILO 235 del babilonese Nabucodonosor, permise loro l'inizio della riedificazione del tempio, si atteggiò a illuminato del gran Dio degli Ebrei. Maggiori particolari dà il confronto con le iscrizioni dei dinasti achemenidi (1). Dice Dario in Eschilo: « Da quando Zeus signore quest'onore concesse, che un uomo solo guidasse tutta l'Asia ricca di greggi (2), tenendo lo scettro che dirige », e seguita enumerando i dinasti antenati e le ragioni della loro potenza (3): « Medo fu infatti la prima guida ('f)Yeµwv) del popolo: un suo figlio quest'opera compì, giacché consiglio (q;piveç) reggeva il timone dell'animo suo. Terzo dopo di lui Ciro, uomo felice, governando stabilì pace per tutti i suoi ( ,plì,01ç) »; .... ( segue l' enumerazione delle sue conquiste): << il dio infatti non lo avversava, perché egli fu saggio .... » « .... e io (cioè Dario) ebbi la sorte che volli e feci molte spedizioni con grande esercito, ma tanto male non gettai sulla patria (4) ». Ed ecco quanto dice in una iscrizione trovata ad Hamadan il re Ariyaramna, figlio del re Cahispis (Teispes) e nipote di Haxamanis (Achaimenes), due generazioni prima di Dario (5): « Ariyaramna, gran re, re dei re, re persiano, figlio del re Cahispis, nipote di Haxamanis. (Così) proclama il re Ariyaramna: questa provincia persiana, che io posseggo, che ha dei bei cavalli, dei begli uomini ( 6), è il gran Dio Ahuramazda che me l'ha accofdata. li per grazia di Ahufamazda che io sono re di questa provincia. Così proclama il re Ariyaramna: Ahuramazda m' (ha prestato) appoggio .... » (7). La continuità della dinastia, la cui regalità e il cui operare provengono dalla grazia di Ahuramazda, è il motivo ricorrente di tutte le iscrizioni regali achemenidi. Come Dario, nei versi di Eschilo, si preoccupa di citare i suoi antecessori, e di mettere bene in rilievo i loro rapporti con la Divinità benevola e la conseguente fecondità di opere, così lo stesso Dario nelle epigrafi ricorda i dinasti che lo han preceduto, da Haxamanis in poi, e spesso ripete (8): « Ahuramazda m'ha rimesso questa regalità. Egli m'ha soccorso». « Ahuramazda, il più grande degli dei, è lui che ha fatto Dario re ». ( 1) Cfr. anche W. KRANZ, Op. cit., pag. 86 sgg., 94 sgg. ( 2) ti interessante notare, tra gli altri parallelismi tra 'il testo di Eschilo e i documenti persiani, l'attributo di µ>)Ào,p6cpoç (= ricco di greggi) dato all'Asia dal poeta greco e quello di (h)uvaspa (= dai bei cavalli) dato alla Persia già in un'epigrafe del re Ariyi•ramna, nipote di HaxftmaniS, infra cit. (3) vv. 765 sgg. ( 4) vv. 479 sgg. (5) Cfr. per questa epigrafe Meillet, Grammaire du vieux Perse, pag. l sg. Ariyilramna regnò, per il Meillet, verso il 610-580 a. C. La traduzione è tratta dallo stesso autore. (6) o: « buoni cavalli» e « forti uomini», cfr. gr. euxvSpoç del frammento dubbio di Tirteo: Dìehl, Carmina popularia 18. (7) Osserva il Meillet: « Les fortes incorrections du texte.... font naitre un doute sur son authenticité. Mais s'il s'agit d'un faux, c'est en tout cas une falsification ancienne et qui doit s'appuyer sur une tradition réelle ». E, per quanto concerne la formula usata, è chiaro che essa è stata usata appunto perché nella prassi degli atti ufficiali dei re achemenidi, come si vede dalle epigrafi dei successor.i. (8) Cfr. WEISSBACH, Die Kei/ùuchriften der Achiimenide11, 1911, pag. 15, 81.
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