MOTIVI RELIGIOSI ED ETICI DEI «PERSIANI» DI ESCHILO 233 dei figli di Egitto e delle Danaidi (1), di Agamennone e di Clitemestra ·e di Oreste. Nelle tragedie facenti parte organica di trilogie (Sette contro Tebe, Supplici, Agamennone, Coefore, Eumenidi), la posizione tragica dei personaggi talora si complica e assume una gradualità: non si tratta più di soli colpevoli (come in Serse), ma di offesi e di colpevoli, divenuti tali per la dismisura con cui han reagito all'offesa; si forma così una catena di delitti e di gastighi, che, per l'accorto interprete, non si confondono in una sequela incongruente o fatalistica, ma, rivelando nel poeta una coscienza vigile, coerente e equilibrata, si svolgono e si sovrappongono in profondità. E così assumono nuova e più chiara luce quelle sequenze tragiche nell'ambito di una stessa famiglia che si sono prestate spesso a inesatte interpretazioni (2). Nota a questo proposito il Mazon, nella sua introduzione all'edizione di Eschilo delle Belles Lettres (3): « Mais les questions de droit sont souvent obscures.... le monde offre partout le spectacle de droits en conflit. Dans cette melée, comment discerner où est la justice? ... Par indifférence, lassitude ou paresse d'esprit elles (!es foules) ont tendance à admettre que, dans un conflit, le Droit peut etre des deux còtés à la fois. C' est une erreur, une erreur qui ruinerait toute morale: le Droit n'est jamais que d'un còté. Mais - et c'est là l'idée nouvelle et originale d'Eschyle - « le Droit se déplace » (Ch. 308 -rò iHxcuov µe-re<~O(tV&L)( 4). L'homme ne sait pas le retenir ( 5). Il veut tou jours plus que son droit, il dépasse son droit, et le Droit émigre du còté adverse. Les vengeances humaines toujours dépassent les fautes (6), et les crimes vont ainsi s'engendrant les uns les autres. A ce mal il n'est qu'un remède, la vertue que les Grecs se vantent d'avoir reconnue comme la vertu suprème, la modération, la owppoouv·~ .... ». * * * Ma chiudiamo la parentesi. Ormai il morto re ha chiarito al coro e alla regina il perché dei mali. Ed ecco il tentativo di quest'ultima di al- ( I) Empi son considerati dal poeta i brutali figli di Egitto, ribell: e in seguito empie le Danaidi: ed ecco perché, come osservava già ·il Perrotta, le loro preghiere, che si rivolgono sicure al «giusto» Zeus, non saranno da questo (proprio perché giusto) ascoltate. (Cfr. Suppi. 1060). ( 2) Come spero di poter dimostrare più diffusamente in altra occasione, proprio pct non aver tenuto conto di questa esigenza, la maggior parte delle interpretazioni date alla figura di Clitemestra (non esclusa quella recente di A. ARDIZZONI, S111diEJ<hi/ei, I, r.,atania, 1946, pag. 20 sgg.) si rivela parziale e discutibile. (3) Paris, 1920, pag. VII. (4) Veramente il significato di questo verso è: « (per quella strada) per dove il di, ritto si indirizza ». ( S) scii. colpevolmente. (6) Confronta le parole dj Agamennone ebbro di vittoria che celebra la « vendetta smisuratamentepiù grande» presa su IUo, e dr. ancora la condanna che il coro dei vecchi argivi lascia intendere della cruenta decennale guerra.
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