ANTONIO FOGAZZARO POETA D1'LLA SENSIBILITÀ 219 du poison - diss'e/la rii•olta a Maironi - faudrait il hoire? ». La lingua latina e francese danno alle domande musicali una fascinosa l ontananza. Questo mondo del Fogazzaro ha nella sensibilità il suo pregio e il suo difetto: la limitatezza. E realizzato artisticamente per mezzo di impressioni: impressio ni di colore, di moto, di suono, ed impressioni musicali. Non si posso no ridurre i grandi momenti delle pagine fogazzariane soltanto a degli a dagi musicali come ha fatto il Trombatore. La poesia del Fogazzaro è nella tersa melodia dei periodi, come nelle forti notazioni coloristiche; nell'i mprovviso fragore che rompe un silenzio, nell'andare indistinto o marcato di un personaggio nell'ombra. Però i romanzi del poeta non sono frammentari. Da ciascuna di queste impressioni parte una vibrazione che si uni sce con la vibrazione, con l'aura dell'impressione seguente. Tutto quindi è avvolto dalla sensibilità. Esaminiamo il capitolo « L'ospite fot'midabile » di Ma/ombra. Lo sfondo del capitolo è formato dalle tenebre e dal palazzo nero: l'atmosfera che lo avvolge è un silenzio grave di paure. Già questa premessa richiede uno svolgimento fatto a base di impressioni e di cont rasti. Sono contrasti di luce e di colore sul nero della notte, ,vagar d'ombre nell'ombra, suoni che rompono il silenzio come i sassi gettati nella calma di un lago. Queste sensazioni si allargano via via che si procede nel capitol o e diventano sempre -più sole, più spiccanti, più sinistre. Nelle prime pagine si avvertono meno quantunque siano ben distinte, perché vi domina no le due figure di Silla e di Marina. Poi le due figure rimpiccioliscono; diventano anch'esse degli elementi che con la loro voce, il loro parlare, il loro camminare, servono a mettere 'in evidenza il segreto nero della notte, il silenzio vuoto. Le due figure perdono a poco a poco di peso, la lorp materia, e si riducono a semplici contrasti, a semplici ribellioni della sensibi lità contro questo sfondo unito. Infatti Marina nelle ultime pagine è ridot ta solo ad uno stridere continuo e lontano. Silla aspetta Marina appoggiato sotto il cipresso scuro, al c hiaror fioco delle stelle, ed ode lontano nelle stanze vuote· del palazzo il battere solitario di un orologio. Quando Marina gli viene incontro ode il fruscio delle ,vesti, la sua voce sommessa. Mentre camminano nei corrid oi del pa· lazzo vedono lumi che rompono per un attimo le tenebre e sc ompaiono: porte aperte gettano sul pavimento una viva lama di luce. Nella camera di Marina, essi camminano nella luce e nell'ombra. In quella del conte, i lenzuoli illuminati dalle candele, i ricami azzurri della veste di Marina, il suo volto pallido, spiccano sugli angoli oscuri, come fuori le nu vole chiare dietro alle quali si cela la luna. Dopo la morte del conte, i campanelli sussultano per tutta la casa, Marina stride pazza nelle sue stanze. Don Innocenzo recita le preghiere, Nepo fa cigolare la chiave nella toppa dello scrigno.
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