ROBERT GIVORD !arei che Dio è Amore. Senza dubbio la ragione umana, abbandonata alle proprie forze, pensa Dio come l'essere assoluto, la realtà perfetta. Essa gli attribuisce anche tutte le perfezioni compresi l'amore e la bontà. Ma quantunque da una parte e dall'altra siano impiegate le stesse parole, c'è sempre una profonda discontinuità tra la conoscenza razionale e la conoscenza di fede. L' « essere perfetto », il « Bene supremo », si potrebbe amarlo forse, ma secondo la maniera platonica, con l'aspirazione dell'eros antico. « E forse questo, esclama Guardini, l'amore del Nuovo Testamento? No certo. Questo è - come dire? - semplicemente umano» (1). Amore umano di un Dio che si manifesta ad ogni passo nel Vangelo. Al momento dei miracoli di resurrezione per esempio, il mondo per una volta ci si presenta da un lato diverso da quello che abitualmente abbiamo davanti agli occhi: « Per un breve istante, grazie all'amore del Redentore, è il cuore umano a costituire il centro che determina gli avvenimenti del mondo .... Su ognuno di noi è diretto lo sguardo di Dio come sulla povera donna che camminava dietro al feretro. Ognuno di noi deve essere convinto che Dio considera la sua esistenza più importante di Sirio o la Via Lattea. Il cuore, il destino di ognuno di noi, ecco ciò che è, visto da Dio, il centro del mondo» (2). Se Guardini si serve qui dell'esperienza concreta dell'amore umano, opposta ai concetti filosofici, per aiutarci a realizzare l'amore divino rivelato in Cristo, non è per contraddire quanto abbiamo riferito sopra, quando l'abbiamo visto criticare la maniera che consiste nel pensare l'amore cristiano con la nostra esperienza naturale dell'amore. Ciò prova soltanto che, se insiste con forza sulla differenza qualitativa tra l'ordine naturale e l'ordine soprannaturale, egli sa anche segnare nettamente l'altro aspetto delle relazioni tra questi due ordini: la loro somiglianza e la loro affinità. L'uomo è stato creato a immagine di Dio, e proprio questo ha permesso al Verbo di incarnarsi in una natura umana per rivelarci Dio. Ma l'immagine divina nell'uomo è stata sfigurata dal peccato; Cristo ha riportato quest'immagine alla sua perfezione primitiva. Perché Cristo è Figlio di Dio può rivelarci i segreti divini; perché è uomo perfetto, può tradurre la divinità in immagine umana. Così Cristo solo ci rivela il Padre. Alla domanda: chi è il Padre?, ci dice Guardini, e'è una sola risposta: colui al quale Gesù pensa quando dice « P;idre mio». Per conoscere Dio vivo, bisogna contemplarlo nelle parole, nell'atteggiamento, nella vita e nella morte di Gesù. Ma Guardini aggiunge un' osservazione meno frequente: Cristo ci rivela anche l' uomo. A questa domanda ci sono tuttavia due risposte: « La prima è la seguente: l'uomo è l'essere nella cui esistenza Dio ha potuto tradursi, la lingua in cui Dio ha potuto egli stesso rivelarsi. L'uomo è l'essere così fatto che Dio vivo ha potuto esprimersi in Gesù, in Gesù bam- (1) lbid., p. 576. (2) lbid., p. 137.
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