Quaderni di Roma - anno II - n. 3-4 - mag.-ago. 1948

z 16 CARLO BALLERINI filo conduttore. Più tardi a Milano, lontano dal fascino di Marina, è attratto dalla semplice purità di Edith: i fumi dei sensi svaniscono, sorge in lui acuto un desiderio di elevazione. Rivela ad Edith il suo amore, ma Edith rimane confusa. Silla accecato dall'abbattimento agisce nuovamente senza controllo: riprende il suo libro che in un impeto di tenerezza le aveva donato con una dedica eterea « Alla primavera 'blanda »: scende le scale immerso nel più cupo scoraggiamento compiangendo se stesso. Il telegramma di Marina lo riporterà fra le sue braccia. Orgoglio, sensualità, scoramento, sono le tre forze che attraggono a vicenda nella loro orbita elettrica Corrado Silla. Massimo ha la stessa impostatura di Silla ma è meno profondo. Accetta l'invito di Marcello e si reca alla Montanina stanco delle conferenze religiose, delle critiche, del pubblico. Vuole riposare lo spirito nella quiete della campagna. Ma questo sentimento di quiete, che del resto non è completo, viene rotto da Don Aurelio quando lo avverte che anche lui non l'ha approvato in tutto. Nel cuore di Massimo entra la tristezza che non sa dominare. Infatti « gli chiese, quasi angosciosamente cosa non avesse approvato». Quell'angosciosamente rivela un'anima morbosamente emotiva. Nella conversazi9ne con Leila e con Marcello, le parole della ragazza in dubbio sulla santità di Benedetto, lo feriscono e risponde risentito. Si innamora di colpo di Leila: non ha coraggio di dirle il proprio amore: lo dice per lui donna Fedele, ma Leila lo rifiuta ed egli ferito a morte nell'orgoglio parte immediatamente per Milano. Ma il risorgere dell'amore lo fa nascondere a Velo d'Astico dove esercita la professione di medico abbandonando immediatamente ogni attività religiosa. Egli stesso scrivendo a donna Fedele dice: «L'anima mia .non sente la quiete delle cose, perché non è in lei quiete, ma una continua faticosa vicenda di moti che vanno e tornano». A Velo d'Astico accade ciò che dovrebbe essere il centro della sua vita, ma che non può esserlo: perde e riacquista la fede. Egli aveva creduto per un moto d'amore della sua sensibilità: aveva creduto ma solo nella fede incarnata in Benedetto. Morto lui la fiaccola oscilla e si spenge: « L'ho adorato e, finché egli visse, l'ombra di un dubbio non mi turbò». Comincia a riacquistarla con la venuta di Leila, perché con lei tutto il mondo si illumina e i dubbi waniscono. La riacquista definitivamente sul battello che conduce il corpo di Benedetto in Valsolda, per una emozione strana e indistinta: si ritira sotto coperta; piange; la fede è riacquistata. Come Piero, come Corrado, come Massimo, sono anche gli altri protagonisti del Fogazzaro, perpetuamente attirati dall'amore e nello stesso tempo dall'arte, dalla politica, dall'idea •religiosa. Gli ideali dei suoi personaggi non hanno valore poetico, ma solo valore come reazione alla loro sensibilità, di modo che anche se non sono poetici di per se stessi, sono fattori essenziali di uno dei due motivi poetici fondamentali del Fogazzaro: l'inquietudine. Non si può togliere questo contenuto falso di pensiero

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