Quaderni di Roma - anno II - n. 3-4 - mag.-ago. 1948

L'IO E LA RAGIONE NELL'UMANESIMO CRISTIANO si è già fatto discorso, quando si è trattato della sinonimia di unità, sostanzialità, causalità, attualità, nell'iniziativa propria dell'io vivente e che ora vengono ristudiate nella loro funzionalità precategoriale. L'Analitica trascendentale è così ripercorsa, secondo le nuove forme della inscindibilità, dell'implicazione e dell'integrazione; le categorie dinamiche (solo queste) possono essere raggruppate secondo la inscindibilità (sostanza, causa, reciprocità) e secondo l'integrazione (possibilità, esistenza, necessità); mentre le matematiche sono tutte riferibili al solo processo di implicazione. Queste ultime hanno un solo schema (intensità ed estensione): sull'unico principio matematico dell'oggetto intuito come esteso e sull'unico principio matematico costitutivo dell'oggetto percepito come intenso, le categorie dinamiche si scindono in due diverse funzioni: le relazionali determinano l'esistenza dei fenomeni nel tempo come durata, come successione e come simultaneità; le modali ne stabiliscono il rapporto alla facoltà conoscitiva (p. 264). L'acrisia di Kant, nel numerare dodici categorie traendole dai giudizi, è superata nella nuova visione sintetica, che rende possibile la superiore unificazione del disegno anche nell'ordine delle antinomie. Infatti come estensione ed intensità si stringono alla sostanza e le si riferiscono direttamente, così le antinomie matematiche si stringono alle dinamiche. Nel porsi come spontaneità o cominciamento d'una serie causale (III dinamica) si crea l'idea d'una semplicità (II matematica) che origina le composizioni; nel ricercare un essere necessario (Il dinamica) la serie empirica si configura come una totalità, come un mondo (I matematica) che incomincia col tempo, non nel tempo. Se simili riferimenti sono leciti ( e a chi rilegga l'osser-vazione finale intorno a tutte le antimonie della ragion pura, nella: « Critica » di Kant possono parer leciti) e se si ammette che, con tali riferimenti, si può poi passare in un campo toto coelo diverso, e cioè nel campo dell'intelligibile, allora dobbiamo ammettere che il ripensamento di Kant ci riporta al pensiero di San Tommaso, per cui l'Essere necessario è veramente il centro a cui si stringono tutti i fenomeni contingenti . .E certo però che in questo modo Kant (o lo Spirito Santo in Kant) ha parlato in tutt'altro senso ed ha profuso tutt'altri donÌ da quelli che vollero ricavarne gli idealisti. Leggiamo infatti nella « Critica della ragion pura » ( trad. Gentile e Lombardo-Radice p. 443): « l'esistenza dei fenomeni, che non è di certo fondata punto in se stessa ma è ognora condizionata, ci invita a cercare qualche cosa di distinto da tutti i fenomeni, e però un oggetto intelligibile, in cui cessi questa contingenza». L'interpretazione di questo passo in senso non idealistico è possibile; si richiede però che l'oggetto intelligibile si 14. - Quaderni di Roma..

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