LA FILOSOFIA DI ALFREO NORTH WHITEHEAD 179 vorare utilmente), lancia affermazioni temerarie e incontrollabili, verso l'Universo e l'Infinito, quasi strali verso l'Ignoto e Inconoscibile ( inesistente, forse anzi, e insignificante; irrilevante, comunque - si dice! - per l'uomo e gl'interessi umani). L'arbitrio piuttosto, sta - dice lo Wh., con ragione - dalla parte di chi pretende isolare un fatto o un gruppo di fatti dal «contesto>>dell'Universo, e conoscerlo, e maneggiarlo, e utilizzarlo, indipendentemente dal contesto stesso: come se il fatto singolo si costituisse e sostenesse da sé, e bastasse a spiegare se medesimo. Arbitrio, dicevo: e anche contraddizione. Tutto ciò che si può dire d'un fatto, implica il riferirsi di questo fatto ad altri, nel contesto dell'Universo che tutti li comprende (1). Proprio anzi l'Universo, nella sua totalità diveniente, è il grande Fatto genuino, innegabile, in certo modo «ostinato», irreducibile nella sua positività: « stubborn fact ». Tutto questo, però, bisogna cercar d'intenderlo un poco più a fondo, penetrando attraverso le espressioni e formulazioni a volte un poco oscure del nostro Autore, per quanto ci è possibile, nell'intimo cuore del suo pensiero. A tale scopo converrà chiarire alquanto il concetto, su cui tanto egli ritorna, di « prensione » (prehension). V. Il movimento più naturale, per la riflessione consapevole (e vedremo fra poco perché, secondo lo Wh.) è quello di partire dal fatto o dall'evento singolo, allargando via via la considerazione ad altri fatti, in un orizzonte di relazioni via via sempre più vasto; - orizzonte chè del resto, procedendo così, non potrebbe mai essere l'orizzonte« infinito», se non per una specie di indebita extrapolazione. Ma tale movimento deve essere risolutamente rovesciato, se si vogliono veramente fare emergere i presupposti oscuramente metafisici, latenti e operosi nella constatazione. di quei fatti - eventi, da cui si pretenderebbe invece partire senza « presupposti » ! Conviene rendersi conto che al fatto si giunge, invece, partendo dall'Universo, dalla Totalità, fuor dell'orizzonte della quale nulla vi è né iVi può essere, nulla accade né può accadere. Il fatto singolo viene bensì, in certo senso, circoscritto nella Totalità; ma non può essere così circoscritto, se non partendo ( 1) Cfr. P,. Real.: « .... there are no brute, self-coutained matters of fact, ~•pable of being understod apar from interpretation as an element in a systern.... Philosophy does not jnitiate interpretations. Its search for a rationalistic scheme is the search for more adeguate cdticisrn, and for more adeguate justification, of the foterpretations which we perforce em~ ploy » ( « ... non vi sono fatti bruti, massiccì, rigidamente contenuti e conclusi nei loro propri limiti, e che possano perciò essere intesi senza punto interpretarli come elementi in un sistema... la filosofia non comincia, essa, le interpretazioni. La sua ricerca di uno schema razionalistico è ricercadi una critica più adeguata, e altresì di una giustificazione più adefuata, di quelle interpretazioni di cui per forza [e per amore.... illuminato, aggiungerei io!... fa,. ciamo già sempre uso ».
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