CARLO MAZZANTINI cola nella dialettica necessaria della Ragione eternamente vivente, della vita eternamente razionale; - III): a) l'Individuo, e particolarmente l'Individuo umano, è qualche cosa di assolutamente unico ed irreducibile, coi suoi diritti propri ed inalienabili, di fronte e contro l'Universo, di fronte e contro ogni norma e tradizione; non assoggettato a nessuna legge, non devoto a nessun valore, se non a quelli che egli stesso si crea; - b) ogni individualità è frammentarietà e incompletezza, che necessariamente, dolorosamente e gioiosamente, viene assorbita e si perde nell'immensità oceanica del Tutto, dalla quale è ad un tempo portata e travolta: sia poi questo « Tutto» inteso, o come la Natura extra-umana, o come la Storia degli uomini, o come la Razza, o la Classe («romanticismo», ben presente negli « antiromantici »), la moltitudine dei «compagni», i cui lineamenti fuggevolmente distinti, la cui peculiare fuggevole individualità dilegua (nonostante ogni sterile sogno di « anime belle» ....) nell'entusiasmo del!'« opera comune», che continua all'infinito. Quale sia la verità più profonda in cui tutto questo possa essere salvato, e come possa essere salvato, dovrebbe - in parte almeno - venire alla luce in seguito. Ora conviene che, dopo questo esordio già troppo lungo, veniamo a parlare del pensiero dello Whitehead. IV. Una delle prime cose che colpiscono, in questo scienziato che tardi divenne filosofo ( 1), nel senso tecnico e professionale del termine, è la , vigorosa consapevolezza del valore della spemlazione metafisica; e proprio,· anzi accentuatamente, e suggestivamente (di quella suggestione, al solito, che è propria della verità!) in quel senso genuino e glorioso che poco fa dicevamo costituire, oggi, il bersaglio di tanti strali. La metafisica non rappresenta infatti, per lo Wh., soltanto un'esigenza di sintesi e completamento terminale, rispetto alle singole scienze particolari, e alle tecniche sopra queste fondate. Essa deve anche, anzi principalmente, portare a chiarezza consapevole quella (già a suo modo << metafisica », o « premetafisica ») oscura e confusa visione interpretativa dell'Universo, che è il presupposto implicitamente animatore di ogni scienza e di ogni tecnica particolare, come di ogni umano pensare ed agire. E ciò per la correlazione universale, e la presenza, in ogni fatto, dell'intero universo. L'arbitrio, dicevo: e anche contraddizione. Tutto ciò che si può dire d'un nell'ignoto, di là dai limiti ben precisi dei fatti noti (in cui ragionevolmente e modestamente dovrebbe - si dice! - chiudersi, per indagare e la- (1) La cui «filosofia», però, contro a ciò che superficialmmte dicono parecchi interpttti, non è affatto un « puro matematismo » ~ non è anzi, affatto, un « matematismo ».
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