LA FILOSOFIA DI ALFRED NORTH WHITEHEAD 177 sarebbe il luogo adatto) del neopositivismo; ma soltanto per far capire per· ché, pur conoscendo quali siano le sue obiezioni, procedo qui - senza preoccuparmi gran che di tali obiezioni - a illustrare, prima di esporre il pensiero dello Whitehead, alcuni significati del termine «romanticismo». III. Termine « polisenso» (per fortuna, oserei dire ....), e in gran parte «oscuro»; ma questo non significa .punto ( anzi, a ben guardare, esclude ....) che non abbia un « senso fondamentale » inclusivo, da cui inesauribilmente emergono sempre nuovi aspetti << luminosi », il cui apparente contrasto si risolve, quando ben si considera, in più ampie e profonde armonie: - anche se per questo risulterà necessario ( come io ritengo, fermamente, che sia necessario ....) scavare più a fondo del romanticismo stesso, verso una verità più comprensiva che esso include presupponendola (ma in parte ignorandola, o addirittura rinnegandola ....), in quanto anzitutto ne è incluso, e giustificato in quello che ha di vero, e perciò di suggestivo e sempre valido: la verità, come dicevo or ora, dello «spiritualismo». Alcuni di questi aspetti desidero accennare, fra quelli più comunemente ammessi e riconosciuti come caratteristici del romanticismo, e ad un tempo fra quelli più vivi e presenti nella dottrina del filosofo a cui è dedicato questo articolo. E li raccoglierò, questi aspetti, in tre c0ppie fondamentali di affermazioni apparentemente ( e realmente, in parte, nei « romantici » schietti ....) contradittorie: I): a) la realtà si risolve in un'infinita aspirazione, che non si acquieta né può mai acquietarsi in nessun possesso stabile, e anzi rifiuterebbe il possesso, quando le fosse offerto; e tutto produce ma tutto distrugge, per andare oltre, sempre oltre, all'infinito, o piuttosto in indefinitum; - b) l'Infinito è presentemente posseduto in ogni punto per quanto minimo, in ogni istante per quanto fuggevole, in ogni palpito per quanto quasi inafferrabile della realtà; - posseduto, anzi, sempre, tutto e totalmente, - artificiosa e fallace risultando ogni stabile gerarchia di valori: in ogni cosidetto errore trovandosi la piena verità, in ogni deformità la piena bellezza, in ogni corruttela la piena bontà, in ogni bestemmia la piena religiosità; - II): a) più del pensiero vale il sentimento, più della ragione l'intuizione, più del lavoro metodicamente rigoroso l'ispirazione geniale, più dello sforzo laboriosamente costruttivo la spontaneità gioiosamente creatrice; - b) il sentimento non vale se non in quanto è permeato di pensiero e di razionalità, la poesia se non in quanto è permeata di filosofia, e .più precisamente di metafisica; mentre il pensiero stesso è il più alto, lucidamente appassionato sentimento, la filosofia la più alta, lucidamente appassionata poesia; l'intensità infinita del sentimento si dispiega e si arti12. - Quac!er11i di Roma.
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