Quaderni di Roma - anno II - n. 3-4 - mag.-ago. 1948

NOTE DI CRONACA parola guerresca; e guerra dichiarata e sfida già accolta sono in atto : giacché ora, a battenti chiusi, e dopo l'inondante critica elogiativa o perplessa, ecco levarsi il grido d'allarme, ovvero l'annunzio dello scoppio delle ostilità (perché è lapalissiano, per far la guerra bisogna essere in due: e se c· è un / ronte, bisogna pure che ci sia una fortezza da espugnare, una terra da conquistare, un esercito di difensori, almeno rm difensore; magari un mulino a vento): e la fortezza che ha accettato la sfida è stata il palazzo di Montecitorio, e il difensore a braccia generosamente aperte in un gesto d'indignazione un onorevole deputato; il quale è insorto con una interpellanza presentata al Ministro della P. I. « sulla tutela dell'arte italiana in riferì- « mento alla conclusa Biennale Internazionale di Venezia, la quale, nell'organizza- « zione e nella inaudita assegnazione dei premi, si è rivelata affermazione sediziosa « e profanatrice dei valori divini e umani della civiltà europeo-cristiano-latina». Dunque, battaglia grossa; i cui termini esorbitano dal terreno artistico per invadere campi ben più impegnativi, ove si trovan congiunti il divino e l'umano (che più?) e dove la civiltà è qualificata tutt' assieme in criteri gcografico-religiosostorici. · Vediamo di ricapitolare; o, in altri termini, di entrare nel recinto minato della Biennale. Lasciamo da parte, per ora, le « personali » che costituirebbero altrettante soste o digressioni dall'itinerario, che gli organizzatori della Biennale ci han costretti a seguire: dall'impressionismo all'astrattismo. attraverso la pittura detta «metafisica» e l'arte «surrealista», travalicando sdegnosamente il «Novecento» o, come ormai si usa dire, l'arte del ventennio. Itinerario, come si vede, irto di « sistemi » e di polemiche, via: via contaminate da element[ che con l'arte nulla hanno a che fare, dove (proprio in tempi di critica idealistica) gli « ismi » sono in primo piano a scapito delle persone o delle ·personalità; e, si noti bene, accanto alla scorciatoia impressionismo-astrattismo ci sono i diverticoli ideologici, se si possono chiamar così, dell'espressionismo, del divisio- . nismo, del ,dadaismo, del simbolismo, del suprematismo, del costruttivismo, del neoplasticismo, e via di questo passo, per non parlare del cubismo e del futurismo e per tacere degli apporti, via via chiamati in causa, di più vaste e più distraenti correnti di pensiero, quali la scienza, la medicina, la filosofia, voglio <lire l'ottica, il freudismo, l'esistenzialismo. Ecco una prima conclusione, che si può subito trarre, anche sulla scorta degli scritti, numerosissimi, apparsi sulla stampa di ogni qualità intorno alla Biennale: questo itinerario, che è e vuol essere la documentazione storica del!' arte contemporanea, è caratterizzato da due fattori: l'affollarsi, via via crescente, di programmi, di inanifesti, di sistemi, di nozioni, a danno dell'evidenza delle personalità singole; e poi l'inclusione nel pensiero artistico (e, come si vorrebbe pretendere, nell'arte) di elementi estrinseci: la coltura, la politica, i fatti sociali: oggi, appunto, si parla :id altissima voce di arte sociale. Diciamo subito che tutto ciò induce a vari pensieri, lieti e non lieti: primo, che veramente ci sia stato, nei nostri tempi, un affievolimento di creatività, giacché questo doloroso fatto soltanto può giustificare la preponderanza dei sistemi, cioè, diciamo francamente, dell'arte fatta di convinzione più che di «ingenuità»; secondo, e questo è il pensiero che ci rende in fondo ottimisti, che gli artisti, comunque, sentono l'urgenza di assorbire, di sintetizzare e quindi di esprimere - e perciò di risolvere - tutta la vita; e che perciò, abbattuto l'idolo del!'« arte pura » e della « torre d'avorio», ci si avvii - almeno come esigenza - verso un'arte totale, 20. - Qaa.dtrni di Romn

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