Quaderni di Roma - anno II - n. 3-4 - mag.-ago. 1948

302 NOTE DI CRONACA sostanza del poeta. Com'è, verso il Carducci, quell'uscir fuori dai cav illi metrici e ritmici, e veder in lui « la persuasione incrollabile della utilità e della necessità della propria poesia », scemata e ridotta ad una abitudine, alla faticata « gloriola di metter insieme sillabe e rime» lino a dichiarare l'arte « inferiore a lla realtà» e mettendo « la genialità inventiva al disotto della verità storica». Dove il Thovez, colpendo il p1111ct11m do/e,rs della poesia carducciana, tocca quelle ragioni di consapevolezza, di dedizione, di risoluteiza intellettuale, di comunione intima con l'oggetto poetico, che saranno delle generazioni del Novecento. Ciò vuol dire che il libro va riletto, e che la ristampa di De Silva è da elogiare, proprio perché servirà a chiarire ai lettori d'oggi quello che fu la crisi letteraria tra i due secol i. Opere di cntJCa letteraria, dove la superiore serenità dello studioso s appia dominare i contrasti e il travaglio metodologico di tutte le generazioni po st-crociane, e l'esigenza filologica non respinga i diritti della lettura poetica, e la rice rca erudita sia dettata da pure ragioni di valutazione storico-critica, e la necessità delle fonti sociali si accompagni ad una utile (e non oziosamente delibante) compara zione delle varianti, e il gusto del farsi d'un linguaggio o di un testo sia sorveglia to da una vasta visione storica, opere di tal fatta non c'è dubbio che' si van facen do sempre più rare in questo nostro momento. Pochi nomi ci verrebbero sulle labbra, se fossimo tenuti a stendere un ragguaglio completo (pensiamo, nel campo della letteratura trecentesca, al Petrarca di U. Bosco), ma certo il nome di Mario Fubini sarebbe ripetuto più volte, con molta simpatia. Gli è che il Fubini ha compreso, fin da tempi di più quieto to rneo letterario, dal 1934 in poi, ha compreso e realizzato un suo sistema di attac co al testo, di adesione all'età, di serena totalità di interessi storico-filologico-estetici, che non è disinvolta e brava ecletticità di gusti, quanto invece il prodotto di una revisione estetica e di un lievito storico. lo si veda editore di testi foscoliani o monografista o saggiatore di ambienti, lo si veda storico della critica (in Dat Muratori at Baretti, il suo libro più nuovo e profondo) o storico della poesia (in St11disulla letteratura del Rinascimento), o tutte e due le cose assieme, appunto come storico della poesia che risolleva dalla meditazione filosofica (in Stile e umanità di G. B. Vico), o storico della critica che nasce dall'intenso tormento creativo (gli studi s ul Foscolo critico e letterato; qualcosa ne vedremo nell'imminente Foscolo minore, nella collez. Tumminelli diretta da A. Bocelli), lo si veda ricercatore erudito, ma s empre dominato o sorretto dal liuto delle ragioni poetiche, egli ha sempre la capa cità adatta alla bisogna. le generazioni successive, sempre impelagate a forzar' la mano ad un sistema a danno di un altro, e quindi prive di un « metodo » a sé stant e, decise a far prevalere la disamina storico-estetica in spregio della concretezza fi lologica, o innalzare il ,·essillo di quest'ultima per condannare l'esigenza di revisio ne morale di un'epoca o d, una singola personalità, o sopravalutare il cammino d elle « correzioni » poetiche contro chi tenti l'approfondimento di un testo «defi nitivo» e immutabile, queste generazioni hanno molto da apprendere dalla lettura degli studi fubiniani d'estetica (si veda ora un recente libretto edito dal Marzorati di Milano, dov'è anche raccolto l'importantissimo studio sul genere letterario). Ciò non vuol dire che talvolt;I la pagina di Fubini non ecceda in un s enso o nell'altro. Negli Studi sulla letteraturadel Ri11ascime11to (Firenze, Sansoni, 1948), ad esempio, qualche parte del saggio su L'arte di Masuccio Saler11ita110 si sente manchevole di un'attenta valutazione dell'ambiente culturale meridionale in cui nacque e s'educò il Guardati, e la polemica anticlericale non ha il riscontro sto rico che si

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