278 VARIETÀ tenenti opere di Padri della Chiesa, di predicatori, vite di Santi ecc., in tutto 76 codici; viene poi la parte riguardante la « historia » e vi si trovavano testi di storici romani come Livio, Sallustio e d'altri antichi ed alcuni di recenti come Leonardo Aretino, il Poggio, ed anche di filologi come il Guarino. A questi 27 codici si aggiungono poi quelli dell'opera CiceroniJ che son 14. Troviamo poi alcuni altri codici d'autori relativi all'arte oratoria, alla grammatica, all'ortografia, ai quali seguono i « poetae comici et satiri et a/ii » e qu'i troviamo Virgilio, il commento di Servio, Ovidio, Properzio, Tibullo, Catullo, Plauto, Marziale, Giovenale, Persio, Quin• tiliano ed accanto a questi, Seneca, Plinio, Isidoro ecc. Questa magnifica adunata di classici dimostra la profonda passione umanistica del Protonotario. Infine sono enumerati alcuni codici giuridici. Egf'i era infatti un giurista di notevole cultura. Si trattava d'una raccolta cospicua, e «preziosa» la giudicò l'uomo più dotto di quei tempi, il Cardinale Bessarione, che, reduce dalla Germania ov'era stato quale legato Apostolico nel 1462, si fermò a San Daniele per visitare l'amico suo Guarnerio. Ludovico Foscarini scriveva alcuni anni dopo allo storico Bernardo Giustinian dell'opera compiuta da Guarnerio: ipse bibliothecam constit11it q11a11111/a(dignissimi Patris Cardinalis Nicae11i et omnium q11ib11sipsam videre contingit i11dicio) in universa Italia et orbe celebrior. Et licei 11111/taelillromm ~1111/titudinet11perent, haec_ omni omat11s genere antecedit ». Le espressioni del dotto patrizio Veneziano erano alquanto iperboliche: ciò non toglie però che la raccolta Guarneriana godesse in quei tempi e nei secoli seguenti una gran fama. Ciò dipendeva in buona parte dalle cure che Guarnerio aveva prodigate per ottenere una buona lezione dei suoi testi. Per preparare quello del suo Quintiliano egli aveva riunito, scrive sempre il Foscarini, « un concilio di Quintiliani ». Così avvenne che il Volpi, nel predisporre la sua edizione di Tibullo, si fondasse grandemente sulle lezioni del codke Guarneriano e ne fosse indotto a chiamare Guarnerio: optimorum codimm vena/or. Per tre secoli e mezzo la raccolta Guarneriana si conservò, ben custodita, nella sala che, come vedemmo, lo stesso suo autore aveva costruita per accoglierla. Essa ebbe ammiratori numerosi fra i dotti. L'abate Domenico Ongaro nativo di San Daniele, corrispondente del Tiraboschi, oltre all'illustrare, come vedemmo, i pregi della Guarneriana, in una dotta orazione recitata davanti all'Arcivescovo di Udine Bartolomeo Gradenigo, comunicò a dotti suoi contemporanei notizie e varianti tratte da quei codici, accrescendone la fama. E già prima il dottissimo Arcivescovo di Ancira e professore d'eloquenza nell'Università Romana Giusto Fontanini, anche egli nativo di San Daniele, ebbe tanto affetto per la Guarneriana, nella quale di certo aveva appreso a studiare gli antichi manoscritti e ad amare le ricerche storico-- letterarie, che ad essa legò la sua immensa raccolta, della quale però soltanto una parte giunse 2 San Daniele, giacché un certo numero di manoscritti fu trattenuto a Venezia e si trova ancor oggi alla Marciana. La mancanza d'una parte dei manoscritti Fontaniniani e la dispersione della raccolta dell'Abate Ongaro, che questo dotto· sacerdote aveva pure legata alla sua terra natale, furono le prime iatture che colpirono la Guarneriana: altre però l'attendevano alla fine del settecento. Arrivati, infatti, i Francesi in Friuli, il commissario Monge costrinse il bibliotecario di San Daniele, il dotto abate Giambattista Coluta, a consegnargli dieci codici ed un incunabolo. Uno di tali codici era del secolo XI e conteneva le lettere di San Paolo, un altro del secolo XII era un salterio, fra quelli del XIII e XIV v'era un manoscritto delle favole d'Esopo ed uno delle etimologie d'Isidoro, ma la perdita più grave fu quella della Historra 11a111ralis di Plinio, apografo del già ricordato Battista da Cingoli e di tre volumi membranacei in folio massimo contenenti Tito Livio « mm initialib11sa11rocoloribt,s delineatis ». Si deve all'infaticabile Mazzatinti l'identificazione dei codici cosl estorti e la violenta
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