Quaderni di Roma - anno II - n. 3-4 - mag.-ago. 1948

VARIETA UN BIBLIOFILO DEL QUATIROCENTO Una delle caratteristiche della civiltà Europea fu, fin dai tempi medievali, la diffusione della cultura: piccole città, semplici terre, monasteri collocati in plaghe remote, in mezzo ad ampie boscaglie o sulla vetta di monti dirupati, furono sovente per lunghi secoli centri di studio e sedi di raccolte librarie ragguardevoli. Ciò si protrasse a lungo e basta dare un'occhiata alla corrispondenza di grandi dotti della fine del secolo XVIII per vedere come coloro che eran richiesti di notizie dal Muratori, dal Tiraboschi, dal Fontanini o da altri insigni studiosi di quell'età fossero, non di rado, gentiluomini di campagna, oppure sacerdoti che vivevano in castelli od in terricciuole lungi dalle città. Molte di tali raccolte di libri e di manoscritti furono però, nei tempi successivi, disperse od andarono ad arricchire le maggiori biblioteche, oppure emigrarono al1"estero. Ben poche sopravvissero, ma fra queste ve n"ha alcune che raccolgono cimelii bibliografici di grande importanza. :I, un bene od un male che queste raccolte rimangano in luoghi poco accessibili agli studiosi? R questo un problema d"assai difficile soluzione. In primo luogo, sovente s"oppongono ad uno spostamento le tavole di fondazione, ma poi molto spesso si verrebbe così a ferire il giusto orgoglio di piccole città che son fiere, a ragione, di queste antiche testimonianze della loro cultura. Studiosi locali furon spesso eccitati dalla presenza di quei cimelii a dedicar loro pazienti ricerche e non di rado da quel ristretto campo d'indagini si mossero poi a più vaste ricerche. Di tutto ciò bisogna, senza dubbio, tener conto. R necessario però che ci sia effettivamente questo amore locale per tali raccolte e che si dimostri con le cure dedicate alla conservazione loro: ciò soltanto può bilanciare i gravi inconvenienti che provengono dalle difficoltà di consultazione e di sorveglianza. Questi ultimi possono portare facilmente alla conseguenza che tali raccolte siano esposte a tristi attentati da parte di malvagi incettatori d"antichità che purtroppo si moltiplicano in questi tempi di tanto disordine e di così sfrenata bramosia di denaro. Questi pensieri mi vennero alla mente quando lessi, nella primavera scorsa, le notizie relative al furto di codici compiuto ai danni della « Guarneriana » di San Daniele del Friuli, una piccola biblioteca, ben nota nel mondo dei bibliofili per la preziosa serie di manoscritti che essa raccoglie. La fondò un umanista Friulano del quattrocento, il Protonotario Apostolico Guarniero d' Artegna vicario in spirit11alib11s del Cardinale Ludovico Patriarca d"Aquileia e camerario di S.R.C. Questo Guarnerio discendente d'un'antichissima stirpe feudale che ebbe fortunose vicende nelle lotte intestine che insanguinarono il Friuli negli ultimi tempi dello Stato Patriarcale, fu un grande amatore di codici ed i favori del ricchissimo Patriarca gli

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