Quaderni di Roma - anno II - n. 3-4 - mag.-ago. 1948

274 PIETRO LOMBARDINI Il primo pregio del!' aivvenimento è forse di carattere filosofico; esso infatti rappresenta una brillante riprova del valore obbiettivo della scienza. Questo universo stellato che ci sovrasta, che il pensiero tolemaico vedeva come un'armonia di sfere soprannaturali, ha lentamente rivelato la sua strut· tura fisica sotto l'attenta e continua analisi della ricerca scientifica. Ed ecco che, eseguendo una misura diretta di distanza astronomica, ci è dato per la prima volta di chiudere in anello la lunga catena di deduzioni ed indu: zioni che ha permesso all'uomo di stabilire nel cielo la posizione degli astri. Ma non va dimenticato il valore scientifico dell'esperienza. Essa offre ali' astronomia un nuovo mezzo di misura di distanza che permette una pre• cisione fino ad ora irrealizzabile. Fino ad ora per computare la distanza tra la terra e la luna si eseguiva una triangolazione, prendendo a base il diametro terrestre. Tale metodo comporta delle incertezze di centinaia di chilo· metri, mentre il nuovo telemetro elettromagnetico prevede una precisione teorica di poche decine di metri. Esso porterà quindi ad una più esatta valutazione degli elementi del moto lunare, e con essa ad un ritocco di tutto il sistema solare, nonché ad altre conseguenze imprevedibili per l'astronomia di posizione, il cui compito pareva ormai chiuso. Ritornando al problema della visione radar, l'avvenire promette ulte• riori perf~ionamenti e sviluppi. Già dal tempo di guerra si è potuto ottenere a mezzo del radar non soltanto di localizzare un oggetto, ma anche di determinarne la velocità di avvicinamento o di allontanamento. Ciò è dovuto ad un principio fisico caratteristico di tutti i moti ondosi, il cui effetto noi constatiamo comunemente, ogni qualvolta il nostro orecchio è colpito dal rombo del motore di una veloce automobile: quando la macchina si a;vvicina il suono sembra più acuto, e quando si allontana più grave. Nello stesso modo l'eco-radar di un oggetto dotato di velocità radiale ha una frequenza diversa da quella del segnale trasmesso. La differenza è molto piccola, ma percepibile, e la sua misura permette di determinare la velocità dell'oggetto stesso. Questo nuovo dato, prezioso per l'artigliere, trova oggi frequente ap· plicazione nelle gare automobilistiche ed aeree, ed è di valido aiuto alla polizia stradale per il controllo della disciplina dei veicoli. Sullo stesso principio è ora possibile costruire dei radar che distinguono direttamente, e pre· sentano, con colori differenti sullo schermo dell'oscillografo panoramico, gli oggetti fissi da quelli in moto. Radar sensibili alla velocità, di dimensioni estremamente ridotte, sono normalmente montati nell'ogiva dei moderni proiettili antiaerei, allo scopo di farli esplodere quando un areoplano nemico entri nel loro raggio d'azione. Al radar bellico dell'avvenire spetterà il compito di difenderci da quelle armi finora incontrollabili, che sono i razzi tipo V 2: la loro enorme ,velocità li renderà facilmente avvistabili e riconoscibili.

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