IL RADAR, NUOVO STRUMENTO DI VISIONE 271 Per superare queste difficoltà insite nella discriminazione angolare, il radar impiega un processo di visione di altro tipo. Pur concentrando l'emissione verso una determinata zona dello spazio, il radar non si cura di separare angolarmente i singoli oggetti, ma li discrimina in profondità, ne misura cioè le diverse distanze. Ecco come funziona un radar. Un radiotrasmettitore irradia a mezzo di una antenna direttiva un breve segnale, o, come si suol dire, un impulso, avente la durata di circa un milionesimo di secondo, dirigendolo, ad esempio verso un gruppo di montagne. Il segnale si allontana in tale direzione alla velocità di 300.000 km. al secondo: ogni volta che nel suo cammino incontra un ostacolo, parte dell'energia si ri.flette indietro, quella non intercettata prosegue verso altri ostacoli, dove il fenomeno della riflessione si ripete. I segnali riflessi si muovono con la stessa velocità di quello iniziale; quelli che tornano indietro vengono raccolti da una antenna diretti,va, che generalmente è la stessa impiegata per la trasmissione, e in· viati ad un sensibilissimo ricevitore. Questo ricevitore riceve diversi segnali: un forte segnale nell'istante in cui l'impulso è partito dal trasmettitore, e una successione di altri segnali più o meno intensi agli istanti in cui ritornano via via. gli echi rinviati dai diversi ostacoli. La misura del ritardo esistente tra l'arrivo déi vari segnali permette di risalire alla distanza degli ostacoli. Data l'enorme velocità delle onde i tempi da misurare sono estremamente brevi, ma la tecnica elettronica offre il mezzo di effettuare comodamente tali misure. Essa si se11Vedi un oscillografo, apparato che permette di visualizzare i fenomeni elettrici che si svolgono in un circuito, 'utilizzando un sottile pennello di raggi catodici, proiettati su di uno schermo circolare cosparso di sostanza fluorescente. Con tale mezzo è possibile misurare il tempo con la precisione di un centomilionesimo di secondo. Nell'oscillografo di un radar i vari segnali ricevuti appaiono separati tra di loro, e tanto più lontani quanto maggiore è la distanza reale degli oggetti a cui tali segnali si riferiscono. Per dare modo di eseguire le misure con continuità, il processo di trasmissione e di ricezione viene ripetuto con un ritmo superiore al tempo di persistenza delle immagini nella retina. Così chi guarda nell'oscillografo di un radar vede una linea orizzontale verde, che a tratti sale e poi ritorna al livello iniziale formando degli apici che sono la rappresentazione degli ostacoli incontrati dalle onde. Gli ostacoli si rivelan tutti con uno stesso convenzionale guizzo di luce; solo un occhio molto esperto riesce a distinguere tra i vari guizzi quelli che si riferiscono alle montagne, agli aeroplani, alle navi, agli edifici, agli automezzi fermi o in movimento, e in alcuni casi alla pioggia. Tutti gli oggetti che sono abbastanza grandi rispetto alla lunghezza d'onda, hanno la capacità di riflettere le microonde, ma la portata del radar rispetto ad essi dipende in modo complicato dalla loro grandezza,
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