Quaderni di Roma - anno II - n. 3-4 - mag.-ago. 1948

IL RADAR, NUOVO STRUMENTO DI VISIONE 269 radiotecnica, quando i problemi più vivi erano quelli di stabilire collegamenti oltre gli oceani. Ma vi è una seconda ragione perché le microonde, pur essendo nate per prime, siano di fatto una conquista recentissima. Ed è la difficoltà tecnica che si è incontrata nel generare tali onde con potenza abbastanza grande da permettere loro di propagarsi a distanze superiori ai limiti di un laboratorio, conservando un'intensità sufficiente per essere rilevate. Per comprendere tale difficoltà occorre considerare la particolare locazione delle microonde nello spettro elettromagnetico. Si è già detto che esse sono situate al confine tra le radioonde normali e le onde della luce infrarossa. Se la distinzione tra onde radio e onde luminose non esiste dal punto di ivista fisico, essa invece ha un gran peso dal punto di vista tecnico. lì precisamente la differenza nel modo di generarle. In entrambi i casi la generazione delle onde elettromagnetiche è data da un moto di cariche elettriche, ma nel caso delle radioonde questo moto è perfettamente conosciuto e controllato attraverso speciali circuiti elettrici. Invece le onde luminose scaturiscono dall'intimità della materia dietro eccitazioni speciali ( strofinio per un fiammifero, passaggio di corrente per la lampada elettrica, ecc.). Sono gli atomi, sono le molecole del corpo eccitato, che si prestano alla generazione dell'energia elettromagnetica della luce visibile e infrarossa con un processo al di fuori di ogni controllo umano. Anche da questo punto di vista le microonde occupano una posizione intermedia. I circuiti elettrici attraverso i quali si generano le radioonde normali non sono impiegabili per le microonde. Il tecnico ha scoperto da poco che in una cavità con pareti di buon conduttore, l<1cui dimensioni sono dell'ordine dell'onda impiegata, è possibile localizzare i campi elettromagnetici delle microonde, e maneggiare potenze imponenti, fino a migliaia di kilowatt. Essi possono essere incanalati in tubi e proiettati nello spazio con delle trombe, o dei proiettori simili a quelli luminosi; possono altresì essere modulati, come avviene per le radioonde normali, ma per ottenere la massima efficienza conviene ricorrere a brevi e potenti impulsi. Le microonde che la tecnica è per ora in grado di produrre con grandi potenze non scendono al di sotto di un centimetro di lunghezza: le onde più brevi sono ancora confinate nei laboratori. L'interesse pratico delle microonde è appunto in riferimento alla loro natura quasi ottica, che. ha permesso di risolvere il problema della visione radar. LA VISIONE RADAR•.- In linea molto schematica per « vedere » occorre: una so1gente di radiazione che illumini la regione da esplorare; un organo sensorio che sappia percepire la radiazione rinviata e diffusa dagli oggetti da essa colpiti, distinguendola da quella che proviene dallo sfondo; e infine un processo deduttivo che permetta di risalire dalla distribuzione

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