Quaderni di Roma - anno II - n. 3-4 - mag.-ago. 1948

258 GIOVANNI MIELE teria del decentramento amministrativo, alla seconda l'amministrazione lo· cale, alla terza la Regione. Nel frattempo veniva creata una Commissione per Studi attinenti alla Riorganizzazione dello Stato presso l'allora Mini· stero della Costituente (D. Lgt. 31 luglio 1945 n. 435, artt. 2 e 5), che, secondo la relazione al decreto stesso, avrebbe dovuto agire come commissione di studio e commissione d'inchiesta: anch'essa si suddivise in alcune Sottocommissioni, la terza delle quali doveva occuparsi dei problemi relativi alle autonomie locali, ma operò sopratutto come commissione d'inchiesta. All'uopo essa preparò un ampio ed esauriente questionario, che fu distribuito a categorie di persone particolarmente qualificate. Benché le risposte fossero pervenute in numero ridotto ( 1621 su 5000 questionari distribuiti), non tutte complete o motivate, e scarsa fosse stata la partecipazione degli uomini politici, di studio o degli alti collegi amministrativi (mentre va citato a titolo d'onore il concorso prevalente degli enti locali e dei funzionari statali), la Sottocommissione sottopose a proficuo esame i risultati dell'inchiesta attraverso l'opera di appositi relatori e quindi nelle discussioni collegiali, che si conclusero con mozioni sui singoli punti. Le relazioni speciali e la relazione generale del suo presidente ]emolo sono riportate nel secondo volume della pubblicazione edita dal Ministero della Costituente sotto il titolo « Relazione all'Assemblea Costituente» (Roma, 1946): per affinità di materia sono state incluse nello stesso volume le relazioni elaborate dalle Sottocommissioni per la Regione e l'amministrazione locale dipendenti dalla Commissione per la Riforma dell'amministrazione, benché questa avesse svolto la propria attività al di fuori del Ministero per la Costituente. Invece, la relazione sul decentramento amministrativo, che formava oggetto di studio dell'apposita Sottocommissione (la prima) della Commissione per la riforma dell'amministrazione, è apparsa nel volume dedicato al resoconto dei lavori di quest'ultima (Roma, 1948). La Costituzione italiana, nel determinare e regolare l'assetto fondamentale dello Stato, si è ispirata al princi,pio unitario, che essa, con alta saggezza politica, ha voluto mantenere, senza lasciarsi scuotere dagli argo• menti dei pochi e malfondati sostenitori della forma federale. Il principio, proclamato nell'art. 5 ( « La Repubblica, una e indivisibile....), è svolto in modo conseguente in tutte le disposizioni che vi hanno attinenza. L'instau· razione di uno Stato federale in Italia, a prescindere dai deleteri effetti politici, previsti e imprevedibili, che si sarebbero accompagnati a un simile avvenimento, avrebbe rappresentato un deplorevole regresso così rispetto alla storia particolare del nostro Paese, dove la nazionalità, il costume, la religione, la stretta partecipazione delle popolazioni ad eventi di comune interesse, la integrazione economica delle varie parti, hanno creato una salda tradizione unitaria, come rispetto a quella generale tendenza del nostro tempo, che si esprime nella concentrazione in maggiori entità politiche for•

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