LA REGIONE NELLA COSTITUZIONE ITALIANA 257 Non ve, pertanto da stupirsi se, come reazione alla triste parentesi aperta dal fascismo, che mise a nudo i mali e gli abusi dell'accentramento statale, il moto verso le autonomie locali abbia ripreso in maniera irresi· stibile non appena il popolo italiano uscì dalla guerra che un pugno di avventurieri, con la connivenza o la tolleranza della gente servile, gli aveva imposto. Tutti i partiti politici prendono posizione in favore della regione; anzi il partito repubblicano va più in là, risfoderando la pretesa del fede· ralismo che, come abbiamo accennato, aveva avuto a suoi assertori Cattaneo e Ferrari, mentre Mazzini si era limitato a volere la Regione come ente amministrativo. Resta, comunque, il fatto che stavolta l'idea della Regione non trova oppositori capaci di resistere o essi non ardiscono manifestarsi ( 1). La sua creazione bene s'inquadra in quel bisogno profondo di riforme che caratterizza lo stato d'animo popolare dopo il disastro della guerra perduta. I pareri divergono solo circa l'entità dei còmpiti da affidare al nuovo ente, le fonti delle sue entrate, l'eventualità e la misura di una legislazione re· gionale, i particolari organizzativi. A sollecitare l'istituzione della regione interviene un fattore di gran peso, l'esplicita richiesta di autonomia avanzata da alcune regioni, specie da quelle dove una tale esigenza era stata avvertita con maggiore acutezza, raggiungendo talvolta forme estreme che si sono più crudamente ripetute in questo dopoguerra, non senza la mescolanza di elementi politici; ed elementi politici hanno fatto porre il problema dell'autonomia regionale per altre parti, in cui, come la Val d'Aosta e l'Alto Adige, esso non si era presentato per l'addietro. In tal guisa, anche coloro che non nascondevano i loro dubbi sulla riuscita dell'esperimento regionale o che avrebbero desiderato una cauta gradualità nell'attuazione della riforma dovevano vincere la loro incertezza o dar campo a una pronta attuazione della riforma stessa. Questa, nondimeno, come è stata tracciata nella Carta costituzionale, ha dietro a sé una preparazione che si avrebbe torto a trascurare o a sottovalutare. Non solo esistono i precedenti cui si è accennato, fra cui note· voli quelli del Minghetti, del Saredo e di Luigi Sturzo, ma in manifestazioni ufficiali di partito e in scritti di privati apparsi negli anni più recenti l'istituzione dell'ente regionale è stata oggetto di fruttuosi dibattiti. Per compiutezza e organicità di trattazione emergono, però, gli studi condotti dalla Commissione per la Riforma dell'Amministrazione, istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 1944, la quale ripartì il lavoro fra varie Sottocommissioni, assegnando alla prima la ma· (1) V. però Ranelletti in « Foro Italiano», 1947, fase. XI-XII. .I: da avvertire, inoltre, -che, nelle discussioni all'Assemblea Costituente o immediatamente prima, taluni gruppi o persone ebbero a manifestarsi contrari all'istituzione della Regione, talora in contrasto con precedenti dichiarazioni: e in proposito ricordiamo l'ordine del giorno presentato dall'on. Ru• billi a nome del Partito Liberale nella seduta del 27 maggio 1947, i discorsi degli on. Nitti, Gullo, Preti, Colitto ecc. nelle sedute successive. Altri deputati ritennero la riforma non an• cora matura. 17. - Quaderni di Roma ..
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