Quaderni di Roma - anno II - n. 1-2 - gen.-apr. 1948

92 LUCIO GIALANELLA tua tra i membri dell'ammasso (non notevole però) potrà accelerare tale processo di disgregazione. Condizioni pressoché simili si verificano anche per il nucleo (non più di una dozzina di stelle) dell'ammasso dell'Orsa Maggiore; mentre per entrambi è relativamente esigua la densità stellare nelle regioni estreme. Onde si può ragionevolmente ritenere che i membri di questi ammassi stel. lari siano tanto distanti da rendere sicuramente trascurabile l'attrazione dell'ammasso come un tutto verso i suoi singoli membri. Si ritiene, partendo dal valore attuale della dispersione nelle loro velocità spaziali, che fra una rivoluzione galattica (250 milioni di anni, quantità alla quale gli astronomi danno il nome di anno cosmico) i membri dell'ammasso saranno dispersi in un volume di cento parsec di raggio. Fra cinque anni cosmici (circa un miliardo di anni) essi saranno indistinguibili tra le stelle del campo. Nell'ammasso dell'Orsa Maggiore noi vediamo un esempio di ammasso nell'ultimo stadio di disintegrazione, la quale può essere cominciata al più da cinque anni cosmici. Il processo di disintegrazione non è invece molto avanzato per le Jadi, ~ cui un nucleo ben definito continuerà a mantenersi intatto per dieci o quindici anni cosmici; tuttavia i suoi membri estremi testimoniano che il processo di disintegrazione è in atto. Si conoscono attualmente numerosi ammassi stellari galattici dispersi, nei quali la distanza tra i singoli membri è tanto grande da rendere del tutto trascurabile la mutua azione dinamica. Quindi non uno di questi ammassi dovrebbe conservarsi intatto per più di un paio di rivoluzioni della nostra Galassia. In conclusione, gli astronomi ritengono che il periodo di dieci o quindici anni cosmici (cioè da due o tre miliardi di anni, 2 X 10 9 - 3 X 108 ) rappresenta un intervallo significativo nell'evoluzione dinamica degli ammassi galattici dispersi conosciuti. Passando poi agli ammassi galattici densi, come le Pleiadi, il Presepe, ecc., per questi (come succede anche per gli ammassi globulari esterni alla Galassia) le cose in un certo senso si invertono: diventano relativam_ente poco importanti le forze mareali galattiche rispetto all'azione mutua fra le stelle dell'ammasso, la quale invece provoca in un certo senso l'espulsione dei suoi membri col risultato di un graduale impoverimento dell'ammasso stesso. Questo meccanismo di espulsione, discusso dapprima dal russo Ambarzumian nel 1938 (1) e poi da Spitzer (2) nel 1940, ha ricevuto recentemente (1943) una completa trattazione da parte di Chandrasekhar (3). • ( 1) Annali dell'Universilà di 'Leningrado, serie astronomica, o. 22, 1938. (2) l\lonthly t-.'otires, voi. 100, P•8· 396, 1940. (3) S. CHANDRASEKHAR, p,;nrip/t, of stellar dinamùs, <ap. S, 0,icago, 194'2; A11rophy1ira/ Joun1'11, vo!. 98, 1943.

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