LA SCALA DEL TEMPO NELL'UNIVERSO SIDERALE 89 ossia curvo, e le formule permettono di calcolarne addirittura il « raggio ài curvatura», raggio che però non sarebbe invariabile, ma andrebbe invece crescen<:Jocol tempo; Eddington aveva anche trovato, basandosi sulla struttura dell'atomo, in che ragione l'Universo si espanderebbe. Naturalmente, m una simile espansione o dilatazione dello spazio, tutte le distanze debbono aumentare col tempa in proporzione della loro grandezza. Si capisce quindi l'importanza che gli « espansionisti » hanno dato ali' effetto Hubble, che avrebbe costituito la prova inoppugnabile della verità dell'ipotesi. Abbiamo già detto quali sono le ragioni degli « antiespansionisti »; si può aggiungere ancora che qualcuno di questi, pur mantenendo inalterata la spiegazione data dal principio di Doppler, ha attribuito l'effetto a semplici cause cosmogoniche senza ricorrere all'espansione dell'Universo: basterebbe, infatti, supparre che, all'origine, le nebulose extra-galattiche fossero state vicine a noi e che la loro velocità di allontanamento si sia mantenuta quasi inalterata, per dedurre che la loro distanza attuale deve essere ali' incirca proporzionale alla velocità stessa. Il nodo gordiano non potrà essere sciolto che dalle osservazion.i future, che permetteranno di confermare - come si crede - la legge parabolica per le velocità radiali. E questo uno dei compiti fondamentali - e delle principali speranze - affidate al nuovo telescopio del Monte Palomar. LA SCALA «LUNGA» E LA SCALA «BREVE» DEL TEMPO COSMICO. - Dal 1920 gli astronomi sembravano generalmente d'accordo che il nostro sistema galattico, e la maggioranza delle stelle con esso, era esistito, più o meno nella forma attuale, da qualche trilione di anni almeno ( 1012 - 1013 ). Anzi, alla fine del 1929, Jeans riassumeva queste vedute degli astronomi stabilendo che « molte buone linee di evidenza convergono nell'indicare queste età dell'ordine da cinque a dieci milioni di milioni di anni (5Xl0 12 a l0X 1012 ) per la principale maggioranza di stelle .... e tutte le nebule del cielo debbono essere della stessa età» (1). Secondo queste vedute, la storia dell'Universo delle stelle e delle galassie poteva essere descritta all'indietro per almeno un migliaio di volte il valore accertato per l'età del sistema solare, che è - come abbiamo visto - dell'ordine di tre miliardi di anni (3 X 10°). Intorno al 1930 divenne evidente che era necessario un completo riesame del problema della scala del tempa. L'impulso iniziale fu dato appunto dallo sviluppo spettacolare dell'ipatesi dell'espansione dell'Universo, formulata da Lemaitre e De Sitter proprio in quegli anni. In effetti, ammessa la natura riemanniana dello spazio, determinatone in base alla teoria di relatività il raggio di curvatura, e « accertato », secondo Lemaitre, che questo raggio non è una grandezza fissa e immutabile, ma va espan- (I) Aslronorr,y and Cosmogony, Cambridge, pag. 381, 1929.
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