SALVADOR!E FOGftZZARO 7 sco, no, del bene che Daniele Cortis le può aver fatto. Dio sa adoperartutto, per il bene, anche gli strumenti più indegni; ma godo tuttavia d' essere stato un tale strumento indegno. Ha ragione, l'esser cristiani importa di combattere battaglie fiere assai più contro noi stessi che contro gli altri. Queste ultime non sono poi tanto paurose. Vi è forse una orgogliosa compiacenza nell'opporsi, anche solo, alla folla. Ma le altre! le altre oscure battaglie, le altre dolorose vittorie 'tiella coscienza non hanno altro compenso che in una speranza immortale. Ella proverà come inebbria e qual fuoco di sovrumana gioia può infondere nelle lagrime, senza arrestarle ». Un incontro come questo tra due spiriti alti e meditativi non poteva che lasciare segni profondi. Nella prefazione del Canzoniere civile, la sua maggiore opera di poesia che raccoglie la vicina esperienza del rinnovamento, Giulio Salvadori volle qualche anno più tardi, nel 1889, attestare solennemente la sua riconoscenza per il Fogazzaro « che, da lontano, gli ha insegnato con l'arte sua come, pur restando nell'arte, si ~ossa purificare l'amore». E la lettera nobilissima che ne aveva avuto, « la più preziosa di tutte, scritta quando seppe che ero tornato a sentirmi e professarmi cristiano» (1), non cessò di ricordare con l'animo di allora. Tanti anni più tardi, al tempo della morte dello scrittore, ancora la rammentò: « Sono passati oramai venticinque anni da quel momento: quando egli seppe da me che la libertà per cui tanto avevo combattuto era tornata, mi scrisse con una commozione profonda e un'effusione del cuore che io non ho mai dimenticato né dimenticherò» (2). Per parte sua, il Fogazzaro mantenne anch'egli viva memoria della lettera che gli aveva dato annunzio del ritorno a Dio, maturato sopra le sue pagine, dell'uomo da lui confortato nell'oscuro travaglio della giovinezza (3). Al Salvadori stesso chiedente il permesso di fare quel ricordo nel suo canzoniere (4), aveva scritto con effusione: « Caro amico, le parole cui Ella accenna mi onorano tanto che non le dovrei accettare ma anche mi sono così dolci che di tutto cuore le accetto. Grazie»! (5) Tutti i posteriori rapporti tra i due restarono improntati di questi nuovi sentimenti, e si illuminano della gentilezza di quel singolare incontro ideale sulle pagine del Daniele Cortis. Quando il Salvadori scrisse, molti anni più tardi: « Il Fogazzaro mi dette l'esempio della rinunzia per obbedire a Dio. Il principio del rinnovamento è di Dio .... » ( 6), egli volle tuttavia distinguere nella sua spirituale rinascita la parte essenz_ialedella Grazia e quella accidentale avuta da ( I) Lettere di G. Salvadori al duca T. Gal/arati Scolli, cit., pag. 11. (2) Lettera al Gallarati Scotti, Roma, 26 marzo 1911, in Lettere, pag. 218. (3) Nell'agosto del '94, ne parlò a Ugo Ojetti (v. il libro di questo, Alla ,coperta dei /e11erati, ora nell'edizione di PIETRO PANCRAZI, Firenze Le Monnier, 1947, pagg. 93-94). ( 4) SALVADOR!, Lettere, pag. 66. (5) Lettera del Fogazzaro al Salvadori, Vicenza, 18 luglio 1889. Dall"autografo. (6) Così scrisse, in postille alla Vita del Fogazzaro del Gallarati Scotti, come questi riferì nel suo Rinnovamento di Giulio Salvadori. Roma, << Studium », ( 1932]. pag. 3 I.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==