Quaderni di Roma - anno II - n. 1-2 - gen.-apr. 1948

LA SCALA DEL TEMPO NELL'UNIVERSO SIDERALE Gli ammassi globulari noti sono poco più di un centinaio e si pensa siano tutti gli esistenti; appaiono, visti dalla Terra, occupare solo quella metà del cielo che ha per centro la costellazione del Sagittario. Fu appunto da un geniale studio di questi ammassi, eseguito circa trenta anni fa (1920) dall'astronomo nord-americano H. Shapley, che venne per la prima volta determinata la vera posizione del centro del sistema galattico, modificando largamente tutti i concetti che se ne avevano in precedenza, secondo le antiche idee di Kapteyn. Il quale centro si trova nella direzione del Sagittario, ad una distanza di meno di 40 mila anni-luce dal Sole, che quindi, pur essendo sensibilmente nel piano dell'equatore galattico o della Via Lattea, ne occupa una posizione notevolmente eccentrica. E questo spiega la singolare distribuzione apparente degli ammassi globulari nel cielo stellato. Tale posizione del centro galattico è stata poi confermata dalle formule di Oort fondate sulla teoria della rotazione differenziale della Via Lattea. Jeans diede una rappresentazione .... appetitosa del sistema galattico. Si prenda un panettone e lo si divida in due parti con un taglio orizzontale sicché la sezione risulti approssimatamente circolare. Si spalmino abbondantemente di burro le due superficie del taglio e si ricomponga il panettone sovrapponendole: il burro rappresenterà il sistema galattico, i grani d'uva passa distribuiti nel panettone saranno gli ammassi globulari, esterni al sistema. Il nostro Sole viene a trovarsi dentro lo strato di burro, abbastanza lontano dal centro del disco. Al di là della regione degli ammassi globulari, le osservazioni hanno mostrato che vi sono altri sistemi stellari, che appaiono nel cannocchiale come piccole nubecole di forma irregolare, ma generalmente tondeggiante o allungata: sono le nebulose extra-galattiche o ana-galattiche, modernamente galassie, di cui la ,più vicina, e l'unica appena discernibile ad occhio nudo, è la nebulosa di Andromeda alla distanza di 900 mila anni-luce, e le più lontane (fino ad oggi scoperte) sono quelle della Chioma di 'Berenice, ad oltre 250 milioni di anni-luce. Si pensa attualmente che ognuna di queste nebulose costituisca un sistema stellare simile al nostro galattico, sia nella forma che nella massa e nelle dimensioni, come pure per la rotazione intorno ali' asse minore, che le osservazioni spettroscopiche hanno accertato per parecchie di esse. Spesso da due punti opposti del bordo si dipartono due braccia, che si avvolgono intorno alla lente a somiglianza di spirali; onde la nebula prende anche il nome di nebulosa spirale. Il loro numero è grandissimo: il telescopio di m. 2,50 del Monte Wilson in California ne ha rivelato oltre un paio di milioni. E si pensa con fondatezza che il nuovo specchio di cinque metri del Monte Palomar, che in questo momento inizia la sua attività, aumenterà di gran lunga questo numero. Le osservazioni hanno però già mostrato che la loro distribuzione - per lo meno nei limiti dello spazio fin qui esplorato, circa 300 milioni di anni-luce - è sensibilmente uniforme. Vale a dire, lo spazio è

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