LA SCALA DEL TEMPO NELL'UNIVERSO SIDERALE 8r radioattiva, progressivamente disintegrandosi, si riduce a metà della sua massa. Si sa, per extrapolazione dalle osservazioni sperimentali, che la vita media del torio è dell'ordine di 10 miliardi di anni; quella dell'uranio di 6 miliardi di anni; quella del radio di 2200 anni, quella del polonio di 97 giorni, ecc. Quindi, avendo il radio una vita media solo di 2200 anni, quei campioni di tale sostanza, che si ç riusciti a separare dalle rocce, debbono esistere in esse da un tempo che ha solo l'ordine di grandezza del periodo storico dell'umanità, e non maggiore. Invece l'uranio e il torio, che hanno vita media dell'ordine di miliardi di anni, dovevano preesistere in epoche geologiche molto antiche, od essere presenti già ali' epoca della formazione delle rocce, e cioè ali' epoca della solidificazione della crosta terrestre. Ora, l'uranio e il torio, danno luogo, dopo un numero ben determinato e noto di disintegrazioni, ad un « isotopo » stabile del piombo, di una specie però che non somiglia sotto tutti gli aspetti al piombo comune. Quindi dalla proporzione di uranio e di questo piombo presenti in una roccia, si può dedurre con molta esattezza la sua età. In altre parole, i cristalli di uranio presenti in una roccia possono paragonarsi ad un orologio auto- , matico, che misura con precisione l'età della roccia stessa, e quindi il tempo che è passato dalla sua solidificazione. Orbene, con questi metodi si è trovato, con sufficiente certezza, che l'età delle più antiche rocce solide della Terra è di circa 2000 milioni di anni, o come si scrive generalmente di 2 X 10° anni. E su questa cifra sono attualmente d'accordo geologi e astronomi. I METEORITI E L'ETÀ DEL SISTEMA SOLARE, - Poiché la Terra em presumibilmente fluida prima di quell'epoca, si assume generalmente che l'età del sistema solare è di 3 ·X 109 anni, cioè di 3000 milioni di anni. Il sistema solare è costituito dal Sole - una stella non molto grande e non molto calda - intorno a cui gravitano su orbite ellittiche, secondo la legge di Newton, nove pianeti (Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone) con i rispettivi satelliti, uno sciame di pianetini (distribuiti prevalentemente tra Marte e Giove), le comete (periodiche o non), e infine un numero non facilmente calcolabile, ma certamente grandissimo, di minuscoli frammenti cosmici, che quando cadono sulla Terra prendono il nome di meteoriti o bolidi,., Circa l'origine di questo sistema, gli astronomi considerano delle teo• rie ed ipotesi cosmogoniche, che si possono raggruppare in teorie -endogene ed esogene. Nelle prime, come in quella di Kant-Laplace, la nebula primordiale, estendentesi fino alla lontana orbita -di Nettuno (1) ed animata ( 1) L'ultimo pianeta Plutone, scoperto da meno di 20 anni, sembra essere con ogni probabilità un antico satellite di Nettuno, da questo distaccatosi per qualche sorta di cataclisma celeste. V. L. GIALANELLA, L'origine del pianeta Plutone, in « Scientia », 1943. G. - Qu,culerni di Roma.
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