SALVADOR!E FOGAZZARO 5 il bisogno « di solitudine, d-'.ozio,di bestialità». Non doveva tuttavia trovarvi altro che una tregua, poiché tornato a Roma aperse, nel settembre, a Guido Mazzoni (1) e al Fogazzaro il suo tragico stato d'animo. Al romanziere, nella lettera del 30 di quel mese (2), confidava con un tono più raccolto quella sua estrema stanchezza morale, in cui « non solo il menomo sforzo, ma anche e più il pensiero dello sforzo, riesce d'un dolore che non si descrive », lugubremente concludendo che si trattava di « casi da medico, non da psicologo >>, e anche più crudamente, di « vie facili e aperte verso il manicomio o il camposanto». Aggiungeva una proposta editoriale per il Cortis, che Ferdinando Martini avrebbe desiderato pubblicare a puntate sopra una rivista. Il Fogazzaro rispose quasi subito, con la lettera che segue, trovando affettuose parole per quel turbamento di giovane. Vicenza, 4 ottobre ['83] (3). Caro Signore, no, io non ho pensato male di Lei; non ho' pensato che il Suo silenzio dipendesse da risentimento alcuno e neppure da dimenticanza. Io ho sempre conservato la cara memoria della cortesia ch'Ella mi fece scrivendomi per il primo e riscrivendomi poi con J' espressione di una simpatia che m'onora tanto; questa cara memoria l'avrei conservata ancora quand'anche Ella non mi avesse più scritto; e, venendo a Roma, avrei cercato di Lei con la fiducia d'esserne accolto amichevolmente. Mi fa molta pena quel ch'Ella scrive dell'animo Suo. Conosco per prova i tristi momenti di cui mi parla; e Le auguro dal fondo del cuore ch'Ella n'esca come ne sono uscito io, per vie più felici di quelle che nomina. Io sarei contento di accettare un'offerta ben lusinghiera per me, venendomi dal Martin i e da Lei; ma il mio romanzo, che esige ancora alcuni mesi di assiduo lavoro, è già proprietà dell'editore Casanova; il quale mi pubblicherà pure, entro l'anno corrente, spero, la Valsolda ritoccata e un' altra ventina di brevi liriche. La Sua lettera mi arrivò iersera. Ero fuori di città. Appena tornato Le rispondo con una fretta visibile; non è colpa mia se la ri~posta non sarà così pronta com'Ella desiderava. Mi rincresce tanto, Le ripeto, non poter accettare le proposte del Martini, a cui La prego voler significare questo mio sentimento sincero. Le stringe la mano con amicizia il Suo A. Fogazzaro Per i mesi che seguono fino alla primavera dell'85, mancano altri documenti di questo carteggio. Il Salvadori serbò probabilmente il silenzio (I) SALVADOR!, Lettere, pagg. 28-31; e cfr. 26-27. (2) SALVADOR!, Leuer,, pagg. 32·34. (3) Dall'autografo.
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