IL LINGUAGGIO E IL PROBLEMA DELLE ORIGINI quello ( 1): infatti, per la mentalità arcaica le cose non sono altro se non quello che sono chiamate nella lingua propria, essendo il nome tutt'uno con la cosa (2). Nei testi di psicologia e di antropologia il linguaggio viene associato con la mano, nella qualifica della natura dell'uomo, e l'una e l'altro vengono considerati come presupposti naturali della sua storia. In verità, il fatto che la vita caduca del singolo nòn esaurisca tutto l'uomo, ma ognuno in certo modo è continuato in realtà obiettive che gli sopravvivono, sia di ordine materiale sia di ordine spirituale, è un privilegio esclusivamente umano, dovuto soprattutto alla mano che opera sulla materia lasciandovi la sua impronta, poiché la foggia in nuovi atteggiamenti, e alla parola, che fissa ed obiettiva il patrimonio spirituale dei singoli e delle comunità nella catena delle generazioni. Ma, com'è ovvio, oper·a manuale e lingua, non sono se non forme in cui si dispiega un'attività organizzatrice •del reale, che ha la sua sorgente perenne in quella libertà creativa, di cui l'uqmo è il solo depositario fra tutti gli esseri viventi. Le tecniche manuali come le tecniche espressive, fra cui in primo piano la lingua, sono aspetti di quella continuità in cui il singolo si trova inserito ed a cui attivamente partecipa, ogni volta che dell'una o dell'altra si investe: atti o parole, che assumono, una volta staccatisi da lui, una vita propria rinnovandosi nell'attività dei singoli, che quegli atti e quelle parole ripetono e li fanno, anzi, li scoprono, forme del proprio conoscere e del proprio agire. li stato giustamente osservato (3) che caratteristica biologica fondamentale dell'uomo, nei confronti degli altri esseri viventi, è la mancanza della specializzazionne in una particolare forma di vita fisica, di cui tutti gli animali sono in possesso come istinto. Ciò appare nella stessa conformazione del!' organismo umano, che non ha nessuna attrezzatura speciale di difesa, nessuna di quelle spiccate attitudini a fuggire, ad aggredire, a nascondersi o mimetizzarsi, che formano la caratteristica e la condizione biologica di ciascuna specie animale. Ora, tutto ciò trova la sua spiega21ione finalistica nel fatto che l'organismo umano supera con la sua plasticità gli svantaggi della mancata specializzazione in un senso o nel!' altro, ed è atto ad operare in tutti i sensi. Da essere indifeso ed esposto, nei confronti di tutte le forze ostili che possono agire contro di lui, egli diventa il più di- ( I) Cfr. E,sCHILO, Agamennone, 1050-53, dove Clitennestra attribuisce a Cassandra una lingua « senza nozione (questo è il significato di &yvwT(X, e non 'incomprensibile ' 1 come di solito s'intende), barbara, a guisa di rondinella». Cfr. SoFOCLE, Ant;gone, 1001. Il barbaro, lo straniero è « senza lingua>>(liyÀwcrcroç), SOFOCLE, Trachinie, 1060, vedi pure ERO· DOTO, Il, 57; ARISTOFANE, Rane, 680-82. (2) Cfr., fra gli altri, CASSIRER, Sprache 1111dMythos, 1935, p. 35: « Ciò che è una volta fermato nella parola o nel rnome non appare ormai soltanto come qualcosa di reale, ma è lo stesso reale». (3) A. GEIHEN, Der Mensch. s,;n, Natur und ,,;,,, 9tell1mg ;,, der Welt, 194'0, particolarmmte pp. 31 sgg. • 5. Qiwclerni di RtJma.
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