., 58 MICHELE PELLEGRINO Ora quell'universalità che qui è così apertamente proclamata ha la sua fondamentale ragione precisamente nell'umanità del cristianesimo. Universale è quel messaggio che, rispondendo a esigenze genuinamente umane, può trovare accoglimento negli uomini di qualsiasi stirpe e latitudine. 6. - Universale, il cristianesimo viene incontro alle aspirazioni di tutti gli uomini e di tutto l'uomo, considerato sia come individuo sia come rnemb,-odella so,cietà. La « Lettera a Diogneto », senza elaborare una teoria sociale del cristianesimo, suppone il cristiano come facente parte della città terrena e non vede alcuna incompatibilità fra questa sua condizione e la sua vocazione soprannaturale; questa, al contrario, sanziona i suoi doveri verso il corpo sociale, insegnando a superarne i limiti della lettera per adempierli in uno spirito di generosità che arriva fino ali' eroismo: « Obbediscono alle leggi stabilite, e con la propria condotta superano le leggi. Amano tutti, e da tutti sono perseguitati .... Son vilipesi, e benedicono; ingiuriati, e onorano. Mentre fanno del bene, son puniti come malfattori; puniti, godono come suscitati alla vita» (5, 10-11. 15-16). 1 Ciò avviene perc hé la vita cristiana è tutta pervasa dall'amore, imitazfone dell'infinito amore di Dio per gli uomini: « Ma chiunque prende su di sé il carico del prossimo, chi, in quello in cui è più forte vuol far del bene ali' altro che è inferiore, chi, quanto possiede per averlo ricevuto da Dio, ciò somministrando ai bisognosi diviene dio di chi riceve, questi è imitatore di Dio » ( 10, 6). 7. - Non si pensi, però, che il cristianesimo esplichi la sua universalità a spese della propria originalità, quasi possa adattarsi a tutti solo riducendo a un minimo le sue caratteristiche e le sue esigenze. Al contrario, proprio la « Lettera a Diogneto >> presenta, in un compiaciuto giuoco d'antitesi che non è ozioso esercizio retorico - pur risentendo l'influsso della retorica, - ma espressione fedele d'idee ben radicate nell'animo, un ideale di vita che è in netto contrasto con i costumi predominanti nel paganesimo, significando la vigorosa affermazione dei diritti dello spirito sopra le voglie della carne e la sua pigra acquiescenza. Aggiungiamo qualche passo a quelli già riportati: « Sposano come tutti, fanno figlioli; ma non espongono i nati. Apparecchiano una mensa comune, ma non contaminata. Nella carne sono, ma non secondo la carne vivono .... Sono ignorati, e condannati; messi a morte, e suscitati a vita. Son poveri, e arricchiscono molti; di tutto son bisognosi, e di tutto abbondano» ( 5, 6-8. 12-13). 18. - Qual'è la ragione di questa trascendenza del cristianesimo nella vita morale? La risposta della « Lettera » è chiarissima: essa è da ricercarsi nella trascendenza della sua origine. Affiora nel nostro scrittore, espresso c<;1ncretamentee senza reminiscenze letterarie, un concetto familiare
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