Quaderni di Roma - anno II - n. 1-2 - gen.-apr. 1948

4 NELLO VIAN sino vinti! »). E invocava, da lui, un altro romanzo che riscattasse dalla noia di « questi novellieri zoliani », contro i quali dure espressioni sorprendono, ancora, sulla bocca del Salvadori naturalista: « della melma che questa gente agita, senza ombra d'arte, per farla venire a galla, ne abbiamo proprio abbastanza ». La lettera del Fogazzaro, in risposta a questa, e scritta alla fine di quel mese, annunzia tra l'altro il titolo del nuovo romanzo, che doveva uscire solo al principio dell'85, e parla della sèconda edizione di Ma/ombra, sulla quale aveva fatto alcune domande il Salvadori. Vicenza, 26 febbraio '83 (1) ( Caro Signorc. Grazie della lettera e de' sonetti che mi paiono attestare un ingegno forte e colto assai. Più degli altri mi piace il 3°, Rinascimento. In tutti si sente forse che il pensiero e la forma poetica non sono ancora . ben maturi, ma vi si sente altresì un promettente vigore. Bravo, dunque; poiché il vento Le porta nobili ispirazioni, non gliele renda più con quella signorile noncuranza; se le rechi a casa e ne tempri per noi versi che suonino e creino insieme. l Sicché Ella mi chiede dei miei lavori. Le dirò che sto appunto scrivendo un altro romanzo. Si chiamerà Daniele Cot·tis. Non so ancora né dove né quando potrà uscire. Spero di condurlo a fine entro l'estate prossima. Nella seconda edizione di Ma/ombra ho solamente tagliato, qua e là, qualche periodo, qualche frase, specialmente nel capitolo L'orrido. Le sarò molto e molto grato s'Ella vorrà parlare pubblicamente del libro. Glielo mando perché Ella raffronti, se crede, le due edizioni. Sappia però che non intendo affatto, con questo, stimolarla a pigliarsi il fastidio di scrivere o, per meglio dire, l'incomodo, perché Ella rifiuterebbe quella sgarbata parola. Mi basta che qualche eletto spirito, come è certo il Suo, abbia per me alcuna stima, alcuna simpatia, si occupi, anche solo privatamente, di quello che SCCIVO. Mi voglia bene e mi creda sempre Suo dev.mo A. Fogazzaro Giulio Salvadori, come si è detto, non tornò a parlare in pubblico di Ma/ombra, né scriverà del Cortis, quasi per lasciarsi libero il campo agli alti e severi giudizi che avrebbe espresso nell'età matura. Per alcuni mesi non si ritrovano altre sue lettere al Fogazzaro. Il quale venne a Roma nella primavera di quell'anno, per raccogliere note e impressioni destinate al libro, che preparava (2), ma non risulta abbia cercato di vedere il Salvadori, che era andato in Toscana a riposare dalle fatiche letterarie e a saziare ( 1) Dall'autografo. (2) PIE11f> NARDI, Antonio Fogazzaro, Mondadori [2• ed. Milano, 1941), pagg. 183-190.

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