Quaderni di Roma - anno II - n. 1-2 - gen.-apr. 1948

52 MICHELE FEDERICO SCIACCA questa esperienza, come esperienza spirituale soprattutto, è priva di ogni consistenza se non è colta in rapporto alla verità prima, che la tr ascende e le è interiore. Si tratta, dunque, di correggere, non di sopprimere l'interiorità, a cui ci ha educati il pensiero moderno , pur diseducandoci ali' interiorità autentica. Perciò, secondo noi, i prob lemi posti e non risolti dal pensiero moderno devono essere risolti tenendo conto della sensibilità nuova di noi moderni. Un pensiero cristiano-cattolico oggi è chiamato non solo a combattere gli errori del passato, ma anche ( e soprattutto) a comprendere e ad esprimere cristianamente i bisogni spiritu ali del presente. Tradizione sì, assolutamente, perché è la nostra ricchezza, ma come lievito del nostw presente, come vivente tradizione. Così, del resto, facevano i pensatori cattolici dei tempi gloriosi; ed il miglior modo di restar fedeli alla tradizione è di continuarla accrescendola e non di ripeterla senza efficacia e per consu etudine, anche se volenterosamente. Così fecero Agostino e Tommaso: non bastava condannare il Neoplatonismo e Aristotele; era necessario a ssimilarli, cristianizzarli, battezzarli. Oggi bisogna appunto battezzare il pensiero moderno, dare una ÌJluzione cristiana dei suoi problemi e non co ntrapporgli soluzioni di problemi diversamente posti o di suoi problemi in veste antiquata. Ora per noi non vi è che un pensiero che può assolvere questo compito: quello della tradizione filosofica cristian a, specialmente del migliore ed autentico agostinismo. Lo ha già assolto in parte, perché è vero che non è riuscito ad arginare la ragione scatenata, ma è anche vero che molto di quanto di fecondo e di efficace vi è nel pensie ro moderno e contemporaneo risale a quella tradizione, da Ficino, da Campa nella, da Pascal a Malebranche, a Vico, a Rosmini, a Bionde! e tanti altri . Vi saranno degli errori che possono essere corretti o abbandonati, ma v i è anche un nucleo vitale, quasi il solo operante negli ultimi sei secoli di storia del pensiero. Ciò ci dovrebbe pure insegnare qualcosa e precisame nte che solo questo pensiero cristiano è efficace a compiere una nuova sintesi che tenga conto del pensiero moderno. A tal fine noi crediamo che oggi si a necessaria quella libertà di pensie1·0 dentro l'ortodossia, 9uale la si ebbe nel Medioevo, senza che si guardi con sospetto chi, cattolico, non si con tenta di ripetere determinati schemi perché fermamente convinto che si p uò ricostruire oggi una filosofia che superi la crisi determinata dall'autod istruzione del pensiero moderno solo mediante un orientamento che faccia recupera re quel!' interiorità della veritì., a cui si appella anche il p ensiero moderno stesso, quel dinamismo dello spirito che non può non sfocia re nel Dio-Persona, l'Al-di-là interiore e trascendente, la cui affermazione è anche una garanzia contro il possibile ricadere nel Dio considerato uni camente come Causa-Legge, che presenta sempre il rischio di vederlo negato e ridotto ad un puro ordine cosmico o naturale, ad un Dio non cristiano. "' MICHELE FEDERICO SCIACCA

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