L'AUTODISSOLUZIONE DEL PENSIERO MODERNO 51 c'è il caos, il nulla. Questi i punti cruciali della crisi e della sua parabola._ L'ultima parola è la disperazione impotente (e non meno impotente se serenamente accettata come un destino) o lo sfacelo morale e lo scatenarsi della bestialità. « Se Dio non esiste, tutto è lecito» (Dostoiewskji). L'immanentismo di tutte le specie non poteva dare prova più evidente e clamorosa che la ragione e l'uomo non possono autenticarsi da sé; che la loro autenticazione è in una Realtà-Verità, ch~incommensurabilmente trascende l'ordine umano e naturale. Si è peccato contro natura e contro la << natura» del pensiero umano, il cui dinamismo interiore è spinto e guidato dalla presenza operante dell'Al-di-là. Si è negata l'interiorità profonda del nostro noi interiore e con ciò stesso si è negato il pensiero e la sua razionalità. Noi oggi siamo gli eredi di questo fallimento pesantissimo. Come risanare, ricostruire l'azienda filosofica, umana? E questa la domanda angosciosa che ha determinato la rinascita di un pensiero cristia,;io-cattolico. Ed è questa la domanda che oggi si rivolge a quanti parlano di filosofia in termini metafisici, classici e difendono il pensiero tradizionale 'cristiano. Con questa domanda ci si mette di fronte ad una tremenda responsabilità. Dobbiamo assumercela perché non c'è altra alternativa: o sappiamo rispondere, o il mondo si consumerà nella perdizione sino all'ultima oncia. Inutile inventare altri miti: non valgono: non si può surrogare Dio. O il Cristianesimo riesce a fare riacquistare agli uomini la fiducia nella verità, nei valori, nella ragione; o non vi è e non vi sarà alcuna verità a cui glii uomini siano disposti a credere. . Dobbiamo rispondere che il pensiero da Cartesio in poi è quasi quasi tutto una pazzia da guarire e che bisogna tornare alla Scolastica, così di peso, anzi ad una Scolastica identificata col tomismo e ad un particolare tomismo, che è poi aristotelismo tomistico? Noi non siamo di questo avviso; e, del resto, il ripetuto appello in questo senso non ha avuto alcun risultato positivo. Noi diciamo innanzi tutto che il pensiero moderno è fallito in molte soluzioni dei suoi problemi fondamentali; ma i problemi li ha posti e restano. D'altra parte esso, con la sua autodistruzione, che è la dimostrazione dell'errore dell'immanenza, ci autorizza a ritenere vera e razionale la trascendenza teologica. Ma, d'altra parte ancora, ci ha fatto acquistare "di certi problemi una « sensibilità » che il Medioevo non ebbe, come ci ha posto dei problemi che il Medioevo ignorò. Per esempio, noi abbiamo acquistato una sensibilità nuova dei problemi della libertà, del valore della scienza e della storia, del metodo scientifico ed anche filosofico, della democrazia e della questione sociale ecc. Il pensiero moderno inoltre ci ha dato un senso vivo e a volte profondo dell'interi01-ità della verità e del problema metafisico che, se rettamente inteso, non solo non contrasta ma è riducibile (trasponibile) nell'interiorità cristiana. Infatti, per noi, non si tratta, per fare della metafisica di giustificare innanzi tutto la legittimità di oltrepassare la esperienza (pretesa di Kant); ma di dimostrare che, proprio
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==