L'AUTODISSOLUZIONE DEL PENSIERO MODERNO 49 lica, lascia intatta la ragione autentica, anzi apre la via alla sua restaurazione, a patto però che si abbandoni il presupposto della ragione fondamento a se stessa, cioè il cattivo demone dell'immanentismo. Cioè che si riconsacri il carattere metafisico e teologico della filosofia e la si smondanizzi. In caso contrario, la filosofia sfuggirà sempre a se stessa, continuerà ad autodistruggersi, a generare altro caos. Si consideri come oggi la politica sia diventata il comune denominatore,, a cui tutto si riduce. Oggi l'importanza e l'accanimento della lotta politica fanno impallidire quelli delle lotte religiose d'aìtri tempi. Significa che oggi si combatte per la terra con un accanimento maggiore di quello con cui un tempo si combatteva per il cielo. Mondanismo assoluto, caos assoluto. Infatti, l'ultima parola, fino ad oggi, di questo processo di autodissoluzione del pensiero moderno, è precisamente il nulla: il «nulla>> della soluzione (tutto è problema); il «nulla» dell'esistenza e dell'essere (tutto è possibilità o finitezza insignificante); il « nulla » del bene ( tutto è sospeso ali' arbitrio, al di là della libertà e della ragione). Queste le conseguenze estreme del nulla iniziale (il grande peccato), il « nulla » di Dio. Ma proprio a questo limite <estremo la filosofia, il pensiero concreto e vivente, nell'atto di salvarsi dalla propria distruzione, pone, per sua razionale necessità interiore, il problema del trascendente, di cui nell'attestare se stesso, testimonia l'esistenza. In questo sforzo dr autorecupero, la filosofia e con essa la ragione riconquista la propria autenticità e la propria vigoria contro la ragione iperbolica, che ha concluso in quella « nausea dell'impotenza» ( come è stato· definito dal Gurvitch) che è l'esistenzialismo, in quella crisi di cui tutti soffriamo. Pertanto il problema di Dio si presenta alla filosofia moderna ed attuale come il problema della sua catarsi e della resurrezione della filosofia stessa. Si è arrivati alla tragedia; la catarsi è dunque necessaria, in quanto una tragedia senza catarsi, che ha la voluttà di essere soltanto e definitivamente tragedia, non è più una tragedia ma una farsa, anche se spaventosamente tragica. Ma vi sono elementi, se non altro d'importanza negativa, da recuperare in questa tragedia che l'esistenzialismo ha fatto precipitare. In fondo, questo vasto (anche se non profondo) movimento filosofico e culturale, ha chiarito il pensiero moderno a se stesso, lo ha messo di fronte ai suoi miti inconsistenti, ha denunziato la sostanziale impotenza di una fittizia onnipotente ragione ed ha raccolto, portandoli a definitiva maturazione, i frutti di tutto l'anti-razionalismo e l'anti-intellettualismo degli ultimi settanta anni circa del pensiero mondiale. Indirettamente e contro le stesse intenzioni dell'esistenzialismo immanentista ed ateo, l'ultimo movimento d'idee ha fatto toccare con mano il crollo di tutti i miti: della Scienza, della Ragione, dell'Umanità, della Storia, della Libertà ecc. Ma l'esistenzialismo (non quello detto cristiano), ribellione all'irrazionale ed inesistente ragione autosufficiente e dissoluzione manifesta di essa, contrappone all'assurdo un suo assurdo: la negazione della verità, della ragione, del valore, come se 4. - Quaderni cli Roma.
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