MICHELE FEDERICO SCIACCA raggio e non piuttosto pusillanimità e pigrizia il non osar e di tornare a prima dell'errore, del peccato della ragione assoluta. Rosmin i osò dire che bisognava risalire al punto della frattura, a Cartesio, al momento in cui la ragione si era fatta fondamento a se stessa, e, di là, dimo strare che una ragione che si autofonda si autoaffonda, perché è una rag ione infondata (o, quel che è lo stesso, fondata su di un atto non-razionale); e di là, attraverso lo stesso processo del pensiero moderno, a fine di p arlare un linguaggio ad esso comprensibile ed esprimere i suoi bisogni, ridare alla ragione, sulla base della ragione la più critica ma autentica, il su o fondamento. Invece non è avvenuto così: il peccato che aveva generato il « mostro » della Ragione assoluta doveva arrivare alle ultime consegue nze, distruggere la sua diabolica creatura e, con essa, autodistrugg ersi. E così è stato. La Ragione hegeliana è scoppiata: è stato il caos, per ché, senza che fosse stato ridato al pensiero il suo fondamento teologico, si è perduta la fiducia nella ragione. La ragione che aveva perduto Dio, ora perde se stessa: non resta più nulla. Con lo stesso accanimento con cu i aveva tentato di costruirsi autonoma ed assoluta, ora si demolisce fino all'a nnientamento. i:\. poco a poco la sfidutia nella ragione « immaginata » da Cartesio ad Hegel, si fa totale. In un primo tempo, il positivismo, battendo in ritirata, si sforza di salvarla, facendola rientrare dentro i limiti d ella esperienza sensibile e riducendo la filosofia a metodologia delle scien ze naturali. Il positivismo in tal modo cerca di conservare l'assolutezza della Scienza, l'altro assolÙto del pensiero moderno: rinunziare all'assolute zza metafisica (Hegel) per mantenere e meglio garantire l'assoluto scientific o. Però mentre la scienza, da Galilei a Leibniz, conservò il Dio-Causa-Legge dell' Universo, il positivismo che viene dopo Kant (cioè dopo la critica d ella metafisica razionalistica e del suo Dio cosmologico e scientifico), se ne sbarazza e considera la scienza assoluta di per se stessa, il solo assoluto. S uccessivamente, però, anche la rocca positivista è attaccata: intuizionismo, vita lismo, pragmatismo, relativismo, filosofia dell'azione, filosofia della vita (e potrei continuare per un pezzo) sono tutte posizioni o irrazionalistiche o antiintellettualistiche, fino ad alcune forme odierne di esistenzialismo, di storicismo, di metodologismo scientifico, di problematicismo esasperato ecc. E evidente che la sfiducia nella ragione assoluta è sfiducia nel princip io immanentistico, che è il carattere essenziale del pensiero moderno; è, d unque, sfiducia in quella che è la sua caratteristica precipua. E, in breve, la crisi del pensiero moderno stesso, del suo assoluto razionalismo e immanentismo, del suo laicismo ateologico e areligioso, che con la sua domma tica, astratta e chimerica idea di libertà, ha finito per perdere la libertà ne ll'arbitrio, per proclamare la libertà dalla verità', per difendere l'assurdo contro la ragione razionale e celebrare il culto della religione dell'irreligion e. E evidente altresì che la polemica anti-razionalistica ed anti-intellettual istica proprio perché ctilpisce e distrugge la irrazionale concezione della r agione iperbo-
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