SALVADOR! E FOGAZZARO 3 vanissimo scrittore, già tra il tumulto della battaglia letteraria, « dove si fa sentire più forte il turbine di tutte le ambizioni, di tutti i desideri, di tutta questa vita febbrile che strugge la nostra generazione», si rivolge all'uomo diventato oramai_illustre « con un colpo da maestro>>, il q~le « vive fuori della letteratura militante» e non sente 1 triboli d1 quella dura strada, con schiettezza e fiducia che colpirono naturalmente l'animo del Fogazzaro. Le lettere che gli indirizzò, in questa_ irrequieto tempo della. sua giovinezza, appariscono le più belle e intime tra quante sono note qegli anni avanti 1'85; e tutte risentono di quell'origine più spirituale che letteraria. Le risposte del Fogazzaro, che qui si pubblicano per la prima volta, si improntano di una simpatia umana e cristiana, rispondente con generosità a quella fi. ducia ( 1). Alla sua prima lettera, il romanziere dovette far seguire l'invio della novella Un pensiero di Ernies Tol't'anzct (2) ricordata alla fine di essa, probabilmente con una dedica gentile. Nella nuova che il Salvadori scrisse il 18 gennaio 1883 (3), la confidenza è cresciuta: il giovane sente di potersi aprire anche più, perché l'amico, « buono» come è, non può « sorridere dinanzi a certe debolezze del sentimento, che fra gli uomini di questo mondo bisogna soffocare sotto la maledizione delle convenienze sociali »; si rappresenta vivere « nel cerchio più alto e più veloce del turbine >>( è questa infatti, tra 1'82 e 1'83, la stagione della sua più intensa partecipazione alla letteratura periodica sommarughiana); confessa di avere dentro di sé« una forza che lo porta in alto contro sua voglia e che gli fa levar gli occhi alle cime più alte>>. Ma, nell'interiore travaglio e nell'urto con la realtà, qualora mancasse la fede di sé, « Dio ci tenga le mani sul capo, perché potrebb'essere la fine». Un nuovo appello, non senza singolarità nel giovane « bizantino » e parnassiano, è levato in fine ali' arte del romanziere « fiamma - non luce solamente, ma fiamma che illumina l'anima e la vita esteriore, rilevandone tutti i contorni, né rifugge dagli abissi più neri, e qualche volta prorompe nella vampa fosca della passione». Forse con brevità, ma « signorilmente gentile come Dante voleva la gentilezza», il Fogazzaro quasi subito riscrisse, informando di non avere ricevuto i « vecchi sonetti», la piccola raccolta sommarughiana Minime, che in quella lettera di gennaio il Salvadori gli aveva annunziato. E questo, in altra senza data ma di febbraio (4), gli tornò a parlare di essi, scritti pochi anni prima, ma· troppo inferiori ai suoi nuovi ideali («anche artisticamente, gli occhi hanno rotto la cerchia ristretta della mia persona, e hanno tentato d'abbracciare e di penetrare molte cose. Purché non s'abbas- (1) Le lettere del Salvadori al Fogazzaro si pubblicano da copie mandate dalla figlia di questo, Maria; le corrispondenti, dagli autograli, forniti con liberale cortesia dalla nipote, del Salvadori, signora Elisa Salvadoti Togna. (2) Pubblicata a parte nel 1882, Milano, ed. Brigola; poi, in Ftdele ed altri racco11ti. (3) SALVADOR!, Lettere, pagg. 15·17. (~) SALVADOR!, Leuere, pagg. 13-15. L'anno ivi dato deve correggersi, e la lette.a pospo,si a quella successiva, del 18 gennaio 1883.
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