L'AUTODISSOLUZIONE DEL PENSIERO MODERNO 45 mato e organizzato così perfettamente dalla ragione (dalla scienza) da rendere « superflua » la religione. L'istanza occamista della filosofia « separata » è spinta agli estremi e generalizzata. Non la sola filosofia, ma anche l'uomo come singolo, la società, lo Stato, la scienza e qualunque altra forma spirituale devono essere « separate » dalla religione. Non più doveri verso la Chiesa e lo Stato, ma diritti dell'uomo contro le «usurpazioni» della Chiesa e dello Stato. Né valgono più gli attestati della tradizione: anche le Sacre Scritture sono messe in dubbio ed infirmate. Bossuet ha molto da fare. Tutta la seconda metà del '600 e quasi tutto il '700 lavorano alacremente e con spirito messianico alla grande impresa di rifare il mondo sulla base della sola ragione. La protesta di un altro grande moderno contro questa direzione del pensiero moderno, dico la protesta di Vico, restò quasi senza alcuna efficacia. Ma, •se ben si guarda, l'assolutezza della ragione è conquistata a costo di rinunzie reali e di sconfessioni arbitrarie. La metafisica, nel sepso vero della parola, è considerata un tessuto di fantasticherie e come tale rigettata: le si rinunzia, con l'ingenuo convincimento di non perdere nulla. La << nuova >>metafisica viene identificata con l'analisi della sensazione e del- !' intelletto, con la psicologia e con l'ideologia. Locke, il filosofo di questa nuova « metafisica », si presenta come il filosofo provvidenziale, quello che ci voleva: dentro i limiti dell'esperienza la ragione è padrona assoluta; « al di là>>c'è l'oscuro, che è il fantastico o il frutto della credenza. Così la filosofia tende a identificarsi con la· scienza: scientismo e filosofismo sono tipici -del '700. La filosofia si mondanizza. E evidente che la felicità non si potesse più aspettare dall'alto: si proiettava nel futuro, ma in un futuro storico, terreno. La felicità si raggiunge o si raggiungerà in terra e non in cielo: qui e non al di là; ed è o sarà questa la sola e l'unica felicità: in questa vita su questa terra. Non il cristiano Regnum Dei, ma il laico regnum hominis: una vera rivoluzione: la fede abolita dalla ragione, Dio dall'uomo e dalla natura. Il destino dell'uomo si icompie su questa terra: la vita npn è più una prova, ma una conclusione; non ha altro senso religioso oltre quello che le conferisce il culto della ragione e della scienza: Questa la rivoluzione dell' Illuminismo, il secolo dei lumi, della ragione illuminante le« tenebre del Medioevo», l'oscurantismo dell'età barbara o cristiana. Nell'illuminismo si è maturata la tragedia del mondo occidentale, lo sgretolamento della nostra civiltà. Mai forse, come in quell'epoca, la ragione è stata tanto cieca, mai, come allora e da allora, è calata tanta notte suf nostro ,destino. Un'altra considerazione. Il razionalismo moderno da Cartesio a Wolf, ad eccezione dello Spinoza, è nell'intenzione ancora cattolico o comunque religioso e cristiano. La sua teodicea non è antropocentrica, ma ancora decisamente teocentrica. Però esso avvia già la teodkea alla distruzione di se stessa, cioè del Dio cristiano. Infatti, il Dio-Causa della metafisica ra-
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