LA POETICA DELL'ISPIRAZIONE NEI PRIMI POETI DELLA GRECIA Prima di ogni conseguita chiarezza della riflessione filosofica - prima che dall'indistinto del µu&oçsi traesse fuori il Myoç a pronunciare sul µu&oç il suo giudizio - non erano mancate ai Greci occasioni per riflettere sulla poesia e giudicarla, poi che risalgono di molto nel tempo quegli agoni o certami poetici di cui c'è traccia in Omero e negli Inni Omerici e a cui Esiodo attesta di aver partecipato, pur che siano ·autentici i versi nei quali di questa partecipazione è fatta parola (1). Nulla sapremmo delle preferenze_del pubblico e dei giudici, e dei criteri a cui s'informava la scelta se gli stessi poeti, impegnati dal confronto e dalla gara a controllare la propria arte, non ci l, avessero tramandata qualche eco dei pubblici dibattiti e degli umori popo• lari, e non avessero custodito qualche germe suscettibile di sviluppi sul campo della sistemazione razionale e della concezione filosofica. Ai poeti bisogna ricorrere anche per un aiuto a penetrare nell'animo di quel popolo ateniese che più tardi, nel secolo della grande Tragedia e della Commedia, era eletto alla funzione collegiale di critico d'arte: era chiamato, cioè, a decidere a chi spettasse la palma fra i vari concorrenti, già selezionati dall'arconte con la« concessione del coro», cioè già ammessi alla pubblica rappresentazione, o direttamente acclamando il vincitore, come avveniva da principio, oppure, come in seguito fu stabilito, indirettamente, attraverso una commissione di cinque giudici, tirati a sorte tra tutti i cittadini e tenuti a pronunciare il verdetto al termine dello spettacolo, dopo aver solennemente invocati gli dei (2). Di questi verdetti popolari non sapremmo molto più del loro esito, con la vittoria aggiudicata ali' uno o ali' altro dei grandi tragici e comici, e dovremmo genericamente appellarci a un rivivi. mento congeniale dell'opera da parte del pubblico, consapevole soltanto di una propria partecipazione emotiva, favorevole o sfavorevole, alla rappresentazione, se gli stessi poeti, e specialmente i comici, in gara gli uni con gli altri, non avessero lasciato trapelare dai loro scritti qualche motivo più ( 1) ESIODO, Opere e Giorni, v. 654 sgg. (2) Per questi giudizi di popolo e per gli agoni lirici, prima ricordati v. E. EGCER, EJJai 1ur l'Hùtoire de la rritique chez /es GrefJ, Paris, 1849, pag. 13 sgg.; E. DELLA VALLE, Lezioni di Poetica claJJica, I, Napoli, 1945, pag. 18 sgg.; cfr. G. GALLAVOTTI, Gene,i e Jradizione frlleraria del/'ago11e tra Omero ed Esiodo, in « Rivista di Filol. e lstr. classica». N. S., VII, 192~ f. I. '
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