SALVADORI E FOGAZZARO ( Con lett~re inedite) Il primo giudizio dato da Giulio Salvadori sul Fogazzaro è in una novella d'amore, e il fatto appare significativo della parte che il romanziere veneto ebbe nella sua vita giovanile di sentimento. La donna, una soave donna dal « pallore di perla » che incarna il suo ideale, accenna sopra un tavolino al protagonista « un volume dalla copertina azzurrognola sulla quale campeggiava a grandi caratteri neri la parola Ma/ombra». ,E tra lei e il meditativo e tormentato Emilio, nel quale con tutta evidenza traspare l'autoritratto, si svolge in quella tiepida giornata di marzo, intorno al libro che diventerà galeotto, un dialogo abbozzante già una critica a fondo morale: « - Ho letto, sa? - gli disse Alida .... - L'ha letto? e che ne dice? - Dico eh'è un bel romanzo, un romanzo che commuove ed affascina; ma.... non è vero. - Cioè: falso o, per dir meglio, fantastico nei due protagonisti, Corrado e Marina, e nel vincolo misterioso che li congiunge e li stringe insieme alla morte; vero, secondo me, nel fondo. - Ha ragione. Questa è anche l'impressione mia; lei ha trovato le parole per esprimerla. - Mi permetta una domanda indiscreta - disse a un tratto Emilio mutando tono. - Qual è dei personaggi che le piace di più? - La risposta, veramente, è difficile. Di quel romanzo, subito dopo la prima lettura m'è rimasta nella mente un'impressione molto viva, ma molto confusa. Qual è dei personaggi che mi piace di più? Marina, intanto, no. E troppo nervosa, troppo fantastica, e sopratutto troppo guasta perché io la possa amare. Mi pare un di quei frutti ancora freschi e coloriti di fuori, ma tutti putridi dentro dal verme che li rode. - Vero. - Edith, poi .... - Edith? - .... è proprio come la giudica Marina: troppo tedesca. Che vuole? Sarà virtù, non lo nego, quella sua timidezza incerta, irresoluta, che le impedisce di stender la mano a chi le cade a lato; ma non è la virtù come la intendo io » ( 1). Non più egli parlerà pubblicamente, forse per il pudore di aprirsi, dei romanzi fogazzariani; né di questo, sebbene pensasse di poterne dire « non qualche cosa di meglio, ma qualche cosa di più che non ne abbiano detto finora »; né del Daniele Cortis, che lo avvierà alla catarsi. Ma di Ma/ombra, appena alcuni mesi più tardi, sentì il bisogno di scrivere direttamente al (I) G. SALVADOR!, RinaJcimento, nella « Cronaca bizantina», 16 maggio 1882. l. - Quaderni di. Roma.
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