16 NELLO VIAN Nella vita, i due si strinsero in un'amicizia che si alimentava ai CO· muni ideali cristiani. Il Fogazzaro partecipò a quel singolare moto del1'« Unione per il bene», che raccolse negli ultimi anni del pontificato di Leone XIII uomini venuti da molte parti, in un eclettismo spirituale significativo del tempo e dell'azione irenica vagheggiata dal Salvadori; e al suo periodico, L'ora presente, diede la lirica Visione, esprimente l'ansia di liberazione dell'umanità peccatrice (1). Nel febbraio del '96, l'amico romano gli scriveva con desiderio: « Come Le pare che vada L'Ora presente? E perché non pensa a darci qualche cosa? E a Roma quest'anno non si vedrà?' L'anno è già inoltrato: con tutto ciò non sono meno sinceri e vivi i miei voti per Lei: si ricorda di quelle sublimi parole? Quaecumque vet"a,quaecumque pudica, quaernmque justiz,q11aec11mq11e amabilia,quaec11mq11esancta, si qua virtus, si qua faus; che tutto questo Dio voglia aumentare nella Sua mente e nell'animo. E creda all'affetto immutabile del Suo G. SALVA• DORI» (2). Per la via di quella rinascita cristiana, la figura del Fogazzaro appariva precorritrice e incitatrice. E alcune sue parole ad Antonietta Giacomelli suonavano animosa conferma del programma: « Tenete l'indirizzo cristiano in alto, la croce sull'albero maestro; ma prendete a bordo tutti coloro che vogliono venire » ( 3). Altri incontri, posteriori, nelle adunanze che saranno chiamate le « catacombe » del Santo, si trovano ricordati (4), senza tuttavia significare che il Salvadori abbia in qualunque ma· niera seguito, al tempo della crisi modernistica, quella << volontaria milizia irregolare del cattolicesimo». Della stima, anzi ammirazione del Fogazzaro per l'uomo che viveva consacrato al suo altissimo ideale religioso restano belle testimonianze. Nel '93, lodava lui e il Crispolti di « versi nobilissimi, ben raro frutto in Italia, di una rarissima pianta, il cui sentimento religioso è radicato nelle profondità più vicine dell'anima, in spit"ituet veritate » (5). E un anno più tardi, a Ugo Ojetti, parlava di lui come di « uno scrittore che ha sommo ingegno e vive chiuso nella sua idea come in un giardino» (6). Per generoso impulso, egli intervenne anche una volta presso il ministro dell'istruzione pubblica, Guido Baccelli, raccomandando la condizione dell'amico, ancora oscuro insegnante ginnasiale. Scriveva, tra altro: « So che V. E. deciderà, di questi giorni, se Giulio Salvadori deve continuare a correggere latinucci in un ginnasio di Roma o se gli verrà affidato un insegnamento più degno della nobile sua mente e della sua dottrina profonda. Io prego (1) ANTONIETTAGIACOMELLI, Ricordando Giulio Sali-adori, .Milano,« Amatrix », [19291. pag. 13; P. NARDI, Antonio Fogazzaro, pagg. 484-485. (2) Lettera del Salvadori al Fogazzaro, 2 febbraio [1896] (inedita). 1· (3) GALLARATIScorri, La vita d; Anto11fo Fogazzaro, pag. 331. ( 4) P. NARDI, An1011ioFogazzal'<J, pagg. 485-486, 494'. 0) FOGAZZARO, Lmere uelte, pag. 268. I versi sono quelli del Natale del MDCCCXC// per Don Cornelio Vi/la11i, monaco di San Paolo, novello 1acerdote. (6) U. OJETII, Alla scoperta dei le11era1;, pag. 93.
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