14 NELLO VIAN venisse proibita. Siccome intendo e so che questo sarebbe per Lei, insieme · per tutti gli amici Suoi, un dispiacere non lieve, mi permetto di scrivergliene. Il punto che più potrebbe mettere sulla difensiva i teologi dell'Indice mi pare senza dubbio quello sull'origine dell'anima umana: mentre lasciano completa libertà (parlo s'intende degl'intelligenti e discreti) quanto all'origine dell'organismo umano, quella dello spirito l'attribuiscono ad un atto creativo diretto. Oltre a ciò, in questo momento, son tutt'altro che indulgenti verso tutto quello che sa di sistematicamente rosminiano: e in quel punto, se ben ricordo, e nella Sua conferenza e negli scritti precedenti, i vestigi delle teorie rosminiane sul sentimento e l'intuizione d'un principio di verità sono abbastanza palesi. Ora, Le dirò francamente, con la sincerità di chi rispetta e vuol bene, che proprio quel punto anch'io desidererei veder chiarito nel Suo pensiero; perché credo che J' analisi dei fatti umani, e specialmente della parola, ci metta a fronte d'un potere, non solo capace· di termini eccedenti i limiti dell'esperienza, ma anche d'argomentarne la realtà; e per conseguenza d'un che assolutamente nuovo nella storia del mondo. Ora il nuovo è qualche cosa su cui lo sviluppo antecedente non ha, mi pare, alcun diritto di creaz\?ne: il nuovo nel mondo è creato da altri che non è il mondo. Guardi, però, caro Sig. Fogazzaro: dico questo condizionatamente, perché non so se ho colpito giusto il Suo pensiero e potrebb'essere che combattessi un'ombra. In ogni modo (e mi perdoni se Le dico anche questo) perché non ne scrive al card. Capecelatro? Egli è uomo da intender bene la questione, e principalmente, quando veda la giustizia della Sua causa, da difenderlo con la propria autorità anche qua in Roma, quando ci fosse qualche accenno ostile. Ella segui ti a voler bene al Suo GIULIO SALVADOR!». Questo consiglio di rivolgersi all'illustre arcivescovo di Capua, il Fogazzaro lo aveva ricevuto contemporaneamente anche da monsignor Geremia Bonomelli. E all'uno e ali' altro di questi illuminati prelati egli aveva fatto proposito di mandare « tutta la parte della sua conferenza che riguàrda le relazioni della ipotesi evoluzionista con la dottrina cattolica e che può dar luogo a censure» (1). Al Salvadori mandò più tardi la conferenza stampata, e ne ebbe un'altra lettera, in cui si trovava compendiato il suo ideale programma: « che alla fede non si faccia esigere più di quanto essa esige; che alla scienza non si faccia dire più di quanto essa dice», « la gran conciliatrice, ora come sempre, è l'arte, l'arte verace e vitale» (2). Ancora, a proposito del suo scritto P1·0 libertate, dettato per replicare a una ( I) A. FOGAZZARO, Lmere scelte, a cura di 1'. Gallarati Scotti. Milan◊', Mondadori [1940], pagg. 270-272. (2) Lettera al Fogazzaro, Firenze, 22 settembre 1893, in SALVADORt, Lettere, pagg. 90-91. '(
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