Quaderni di Roma - anno II - n. 1-2 - gen.-apr. 1948

r42 NOTE DI CRONACA posizioni. La decisione s'è avuta per il risveglio di quella parte del corpo elettorale che finora aveva preferito l'astensionismo. Ma il significato interno delle elezioni italiane lo ved'remo in seguito. Qui importa mettere in luce che la decisione del 18 aprile, sotto l'aspetto internazionale, ha significato la stabilità - se non altro momentanea -, dell"oscillante sistema di forze ancora non equilibrato dopo lo sconquasso della guerra. E un elemento senza d'ubbia favorevole che sarebbe ingiusto sottovalutare. Ma a ben considerare le cose, esso rivela la crisi profonda che l'Europa attraversa. Questa Europa, che per alcuni secoli fu la suscitatrice e la dominatrice del mondo, colpita a morte dalla seconda guerra mondiale, rischia di soccombere sotto pressioni opposte che tendono a trovare un contatto diretto. Essa non sembra più un soggetto di storia ma un fattore passivo il quale peraltro tende a ribellarsi al triste destino che la minaccia. L'Inghilterra è tesa nello sforzo di mantenere le sue posizioni; i Paesi meno provati o che si sono riavuti prima degli altri si stringono insieme ma lo sforzo è pur sempre condizionato dall'appoggio economico americano e, in genere, alla rinascita morale ed economica dei diversi Paesi. E si direbbe, d'altra parte, che gli Stati Uniti concepiscano questa collaborazione europea unicamente nel sistema che la diplomazia di Washington si sforza di costruire nel mondo. La prospettiva di un'Europa autonoma, capace di una parte attiva nel giuoco delle grandi forze mondiali, non sembra gradita agli americani molto più che ai russi. Non è senza significato l'ostile freddezza americana per il congresso dell'Europa convocato ali'Aja per iniziativa di Churchill ai primi di maggio (l'avversione russa è stata annunziata senza perifrasi). Nella capitale dell'Olanda si sono riunite molte personalità di diversa origine e di diverso pensiero, ma tutte convinte della necessità di ricostruire urr'Europa liber~. La vecchia idea di Churchill annunziata oltre un anno fà, come forse ricorda chi ci ha seguito in queste cronache, ha camminato e si è resa popolare nelle « élites » democratiche del continente. Il pensiero dell'ex primo ministro bri• tannico è che bisogna giungere ad un governo mondiale fondato su tre pilastri : il Consiglio dell'Europa - comprendente la Gran Bretagna e il Commonwealth -, l'emisfero occidentale e il sistema fondato sull'Unione dei Sovieti. Il Congresso non ha avuto risultati pratici sensibili; del resto nessuno pensava che avrebbe potuto averne: si è trattato però d:i un primo fugace incontro il quale è servito a stabilire contatti e solidarietà che in seguito potranno fruttificare. Ebbene, mentre ali' Aja si riunivano gli « europeisti », si rianimava la polemica tra americani e russi. Il dialogo è cominciato con un annunzio partito dalla radio di Mosca: il go• verno di Washington con una nota del suo ambasciatore si era dichiarato disposto a trattare con l'Unione dei Sovieti il componimento delle questioni controverse allo scopo di dare alla pace una base più consistente. Il governo d'i Washington, piut. tosto imbarazzato dall'indiscrezione, ha replicato affermando che alla nota veniva dato un senso troppo esteso. Mentre il candidato alla Presidenza del cosidetto terzo partito, Wallace, seguitava a sostenere la necessità di un accordo con la Russia, Stalin in una lettera aperta al medesimo Wallace, tornava a sottolineare la possibilità di una intesa. Aspre polemiche ne sono seguite; ma l'opinione europea da questo epi• sod:io ha potuto trarre un insegnamento: se l'Unione dei Sovieti si attenesse alle buone regole della diplomazia segreta, un'intesa diretta tra Mosca e Washington non sarebbe impossibile. E nelle presenti circostanze un accordo del genere potrebbe richiamare quello di Tilsitt del 1807 col quale l'imperatore Napoleone e lo zar Alessandro si spartivano praticamente l'Europa. Oggi un accordo non v· è stato: ma chi potrebbe escludere un'intesa o almeno un modus vivendi d'omani, dopo l'assetto provvisorio dato alla Germania? E a spese di chi?

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