132 RASSEGNE zione dei locali - è una carattensttca precipua della situazione odierna, che la diffe. renzia da quella del '31. Conosciamo già, a grandi linee, la varietà di situazioni specifiche, che si risolvevano nel dato medio prebellico. In seguito al conflitto, per la localizzazione dei danni, gli spostamenti della popolazione, il diverso ritmo della ripresa economica ed edilizia, ecc., gli squilibri da zona a zona si sono piuttosto aggravati. In partico• lare, in alcuni territori e centri, grandi e piccoli, abbastanza chiaramente determinati, si è venuta creando una situazione di grave od addirittura estremo disagio. E questo è un altro aspetto caratteristico del quadro edilizio attuale, che non trova riscontro in quello del ·31 - ove si taccia di quelle manifestazioni primitive, che in certi luoghi la povertà d'Italia anche allora teneva in vita. Le considerazioni svolte suggeriscono di distinguere - quando si parli della « fame di case » - tra il fabbisogno di emergenza originato direttamente o meno dalla guerra, e la situazione generale di deficienza, vecchiaia e cattivo stato del ,patrimonio edilizio nostrano. Si usa fare distinzione fra fabbisogno oggettivo e fabbisogno soggettivo di alloggi : il primo esprimibile quantitativamente nel numero di unità familiari che mancano d'un corrispondente numero di unità immobiliari, d'ampiezza adatta: il secondo misurato dall'ammontare di reddito che gli aspiranti a un alloggio indipen• dente sono intenzionati e in grado di spendere, a tale fine. E chiaro che da questo secondo elemento dipende la domanda reale di locali d'abitazione. Si comprende quindi il fenomeno, cui oggi assistiamo in Italia, d'un acuto fabbisogno di case, - moti• vato, oltre che dalle cause note, da fenomeni contingenti come l'entrata in età matri• moniale di classi cospicue per numero d'appartenenti e il forte aumento di matri• mani, che il ritorno alla pace ha favorito - e d'una perdurante stasi dell'attività edilizia. Stasi, che si afferra meglio nella sua estensione, ove si pensi che gran parte della diminuita attività è condizionata dagli aiuti ed interventi statali ed è orientata verso speciali settori ( abitazioni di lusso, locali di reddito - come alberghi, cinematografi, edifici posti nei centri cittadini - ecc.), che assicurano un guadagno. La causa prima della minor produzione - restrizioni del credito a parte, quale fattore contingente - stà nel venir meno d'una premessa fondamentale per l'edilizia comune, colla riduzione del reddito in generale, in ispecie del reddito del ceto medio. Sembra indiscutibile, quindi, che, per elevare il tenor di vita della generalità del nostro popolo nei riguardi del!' alloggio, occorre preventivamente provocare un reddito maggiore, in sostanza una più alta produttività. Il che equivale a ritenere pacifica l'esigenza del rispetto di quella scala delle precedenze, che, per realizzare I' optùnum economico della ricostruzione e riconversione, sacrifica proprio il bisogno della casa ad un gradino piuttosto basso. Si richiami alla mente il fatto che - nella misura in cui i calcoli svolti hanno una effettiva rispondenza nella realtà - la disponibilità di vani per abitante non risulta notevolmente diversa da quella di anni di attività economica normale, per il nostro Paese. Qualora non intervenissero altre cause, le quali in parte si possono correggere, non dovrebbe verificarsi il fatto che le condizioni di vita di molti lavo• ratori, per questo riguardo, apparissero insufficienti: o meglio, tali condizioni - nella generalità dei casi - non dovrebbero essere gran che peggiorate rispetto all'ante-guerra; non più, per lo meno, di quello che si sia verificato per gli altri bisogni fondamentali, per la luce, il combustibile, i viaggi, per dirne alcuni; non più, sopratutto, di quel che sia avvenuto per la disponibilità di beni strumentali, di macchine, di scorte, di mezzi di trasporto, e via dicendo. Né vale - per parere una possibile obbiezione - insistere sul forte potere attivatore dell' industria edilizia, quale fattore positivo nello stimolare l'espansione di tutta l'attività produttiva. I co•
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