Quaderni di Roma - anno II - n. 1-2 - gen.-apr. 1948

128 RASSEGNE Il Prof. Fanfani dà un consiglio (1), d'un genere diverso (in parte assimilabile, per gli effetti, al punto 4) dell'ordine del giorno veneziano: dato che il contributo, che lo Stato può dare, è scarso, lo si versi almeno tempestivamente. E ciò si potrebbe fare in più modi : con un contributo versato settimanalmente, a seconda del numero di lavoratori impiegati; col pagamento settimanale diretto dei lavoratori, da parte delle Tesorerie; istituendo buoni di accreditamento delle Tesorerie per un decimo della spesa ognuno, da pagarsi in dieci rate, a seconda dello stato d'avanzamento dei lavori - il primo a tre giorni dall'inizio dei medesimi. Secondo il Fanfani, infatti - ed ecco il motivo della proposta così concepita -, chi era provvisto di fondi avrebbe già riattato le sue case: i poveri, invece, non avrebbero potuto provvedervi, privi di mezzi per iniziare i lavori e impossibilitati ad attendere i tardivi contributi dello Stato. Certamente, questo è un aspetto del problema, che merita considerazione - e, del resto, la possibilità d'un contributo rateale, in relazione allo stato di avanzamento dei lavori, è contemplata dalla lègge. Ma non pare che i provvedimenti richiesti - prescindendo da ogni considerazione tecnica - abbiano buone prospettive d'una applicazione generalizzata; se non altro, perché il ritardo nella concessione dei fondi è una specie di linea di seconda resistenza di cui il Tesoro volentieri si avvale, per le sue necessità e per contenere l'ondata inflazionistica. In tal senso, poi - sia pure in zone limitatissime -, opera già l'organizzazione C. A.S.A.S. Visto il tenore della legge ed il comportamento dello Stato nei confronti delle proposte presentate dalle istanze e dai tecnici più qualificati, si può tranquillamente sorvolare sulla restante congerie di vedute fantasiose, di gente, la quale sembra conti ancora sulla biblica manna dal cielo (2). Dobbiamo ora allargare la nostra visione a una serie di interventi di più largo respiro, i quali - secondo i proponenti - fornirebbero il toccasana nell'attuale patologica situazione. E per cominciare, accenniamo appena alla politica del basso tasso di interesse, consigliata dal Gadola (3) per diminuire i costi di produzione, la quale - a questi chiari di luna - sembra così fuor d'attualità da dover rimanere un pio desideçio. Riforme di varia natura vengono auspicate per dare un maggior sviluppo al sistema attuale del credito fondiario ed edilizio : si parla di unificare le cartelle fondiarie - ma la proposta non ha molta for-tuna nell'ambiente interessato (4) -, di renderle più accette con agevolazioni fiscali (ad es., esentandole dall'imposta sul patrimonio), di sostenerle con la garanzia statale - come s'è visto -; e si vorrebbe elevare a cinquanta anni la durata dei prestiti concessi dagli Istituti di Credito Fondiario (5). Quasi unanime accettazione (6) ha incontrato il proposito di potenziare il credito edilizio, autorizzandovi un maggior numero d'Istituti e con più ampio raggio ( 1) Cfr. A. FANFANI, Politica edilizia razionale, su « Demo<!razia » del 24 novem• brc 1946. · (2) A titolo di curiosità, si può far conoscere il ritrovo di El. FRIGGER! (su « IVGlobo» del 19 giugno '47), secondo il quale dovrebbe farsi, ai capitali investiti in nuove case o in riparazioni, il trattamento riservato ai sottoscrittori del « Prestito per la Ricostruzione » per quanto concerne la «Patrimoniale>> - colla corsa, lo sperpero e il rincaro conseguenti, che facilmente si possono immaginare. · (3) V. nell'opuscolo del « Collegio lombardo» l'art. già citato. (4) Cfr. la disamina del problema in parola fatta nel Rappor10 della Commisrione Economica del Ministero per la Costituente, Voi. JV, Credito e Auicurazione, I Relazione. (5) Cfr. l'art. dell"lng. C. Carnevali su « 11 Globo», del 6 ottobre '46 (oggi si fanno prestiti estinguibili in 10•40 anni). ( 6) Cfr. il « Rapporto » sopr, citato.

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