126 RASSEGNE più moderne e convenienti solo gradualmente. Le case interamente prefabbricate non vedrebbero aprirsi buone prospettive di applicazione, perché - in linea generale - la prefabbricazione e la cosiddetta « costruzione asciutta » si adattano meglio alle più costose casette unifamiliari che non ai grandi edifici, e pai perché fanno un uso prevalente di materiali scarseggianti ( ferro, legno, alluminio). Inoltre, neppure nel paese specializzato in costruzioni del genere - gli Stati Uniti - la prefabbricazione avrebbe dimostrato una assoluta maggior convenienza complessiva, nei confronti dei metodi tradizionali. La prefabbricazione e l'unificazione dei tipi, più che negli elementi strutturali dell'edificio - cioè nella parte edilizia vera e propria, il cui costo .non arriverebbe neppure alla metà del costo complessivo -, potrebbe venire estesa e migliorata in tutti quei manufatti che completano l'edificio, come infis_si,pavimenti, impianti, attrezzature, ecc. i quali vengono prodotti fuori del cantiere. « Se ad esempio - osserva il Gadola - le fabbriche italiane sapessero di poter contare per alcuni anni su una produzione continua ·di porte e finestre tutte uguali, si attrezzerebbero in modo da ridurre il costo del 40 % almeno». Lo stesso si dica. per gli elementi delle scale, le soglie, i davanzali, di tutti quegli impianti per i quali si possa ottenere una semplificazione della posa in opera ed una riunione razionale. Non vanno sottaciuti, per l'obbiettività, gli effetti immediati che un'innovazione rivoluzionaria del genere può originare sull'attuale organizzazione produttiva, spesso poggiante in maniera precipua sull'artigianato. Anche se il « cantiere di montaggio » rimane una prospettiva del futuro, notevoli miglioramenti possono venir realizzati nell'odierno « cantiere di costruzione». In primo luogo v'è da rivedere e risolvere il problema delle maestranze, del quale si è già fatto cenno. V'è poi da promuovere una più estesa ed abituale meccanizzazione dei lavori in cantiere. Quando si dice questo, evidentemente, si vedono le cose nel lungo andare e si ha meno riguardo alle immediate conseguenze nell'occupazione di mano d'opera. Vogliamo chiudere questo argomento delle economie consigliabili, accennando a una proposta - fra le tante - tra le più semplici ed efficaci (I): si tratterebbe di aggiornare la regolamentazione urbanistica in materia di altezza dei vani e acconsentire una riduzione dei minimi in vigore. Il risparmio, che ne deriverebbe - senza offesa dell'igiene o dell'estetica -, è del tutto evidente. IV. Molte sono le ricette stilate per suggerire i· vari modi possibili di provvista dei fondi necessari alla produzione edilizia, non tutte egualmente serie, non tuttescritte con sufficiente chiarezza. Converrà iniziare l'esame da quelle che propongono semplici - anche se sostanziali - modifiche alla vigente legislazione di emergenza. Ne fanno oggetto, in genere, i ripetuti Convegni, regionali o nazionali, della ricostruzione edilizia. Ad esempio, il Convegno regionale Tre Venezie, tenutosi a Venezia nei giorni 26-28 ottobre '46, terminava con un ordine del giorno (2) propanente, tra l'altro: 1) esenzione fiscale a favore di tutto ciò che riguarda la ricostruzione (imposte di consumi, imposta fabbricati, ecc.); (1) Cfr. l'art. cit. del BoLDRJNIs,ul n. 8 di << Congiuntura economica»; e si veda· quanto scrive, sul n. 8 di « Metron », C. Morn a proposito di altezza degli ambienti e scala umana. (2) Vedi il « Notiziario dell'Associ:izione Costruttori edili e affini» di Venezia del 15 n::::vembre'46.
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