Quaderni di Roma - anno II - n. 1-2 - gen.-apr. 1948

120 GAETANO STAMMATI Ancora più grave è la situazione nel campo agricolo: sempre secondo il citato rapporto dell' E. C. E., le stime fatte per 23 paesi europei, rappresentanti nel complesso il 90 o/o della produzione agricola continentale, mostrano che nell'anno agrario 1945-1946 il raccolto fu appena del 63 % rispetto al 1938, mentre nel 1946-1947 è salito al 75 %-Le previsioni per l'anno 1947-48 fanno ritenere che si resterà ancora apprezzabilmente al disotto del livello prebellico ( 1). Queste cifre dimostrano che la capacità produttiva dei diversi paesi, per distruzione degli impianti, diminuzione di capitali, minore efficienza della mano d'opera, è notevolmente diminuita e quindi minore è l'apporto che essi possono dare, mediante le esportazioni, alle altre economie. Valga il caso significativo del carbone inglese e tedesco la cui diminuita produzione si traduce nel pratico annullamento di ogni esportazione del prezioso combustibile (2). b) Anche i livelli di consumo sono generalmente diminuiti: questo significa che la capacità di acquisto di ciascun paese sul mercato internazionale è venuta a cadere, specialmente per i beni non ritenuti strettamente indispensabili. Ed infatti, ridotto il fenomeno ai suoi termini essenziali, è chiaro che ciascun paese producendo di meno è in grado di offrire una minore quantità di beni in contro-partita di quelt'i dei quali avrebbe bisogno e pertanto, come limita le sue esportazioni, deve limitare le sue impor· tazioni. L'attuazione dell' E. R. P. attenuando la pressione sulle disponibilità valutarie, in quanto pone a disposizione dei singoli paesi notevoli partite di beni necessari alla produzione ed al consumo (per I' Italia, e per il primo anno circa 700 milioni di $, all'incirca 400 miliardi di lire) rende protempore disponibile una quota di divise per acquisti all'estero che altrimenti avrebbero dovuto essere sacrificati. In definitiva, in quanto consente a ciascun paese di aumentare ì propri livelli di produzione e di esportazione, consente altresì di aumentare i livelli di consumi e di importazione (3). 8. - Se I' E. R. P. costituisce uno strumento efficace per attirare, con la ripresa economica europea, il commercio internazionale, non è tuttavia meno vero che una condizione essenziale di riuscita del piano è costituita proprio dalle intensificazioni degli scambi commerciali fra i vari Stati (4). Ciò deriva dalle conclusioni univoche cui è giunta la teoria del commercio I 1) A Survey, ecc. cit., pag. IO. (2) Nel citato Suri,'ey dell'E. C. E., sono esposte al riguardo cifre ed osservazioni meritevoli di rilievo (pag. 36). (3) Sugli aspetti generali dell'E. R. P. richiamo le osservazioni svolte nei miei saggi: Piano Mar1hall e riorganizzazione econornica internazionale, in « La Comunità Internazio• nale »! 1947, ottobre, nonché: Perché il Piano Mar1hall?, in « Critica economica». 1948, gennaio. (4) Questo punto è svolto con efficacia dal PAPI G. U., nel suo studio: Una condizione di 111aeJJo de/l'Europe:m Rerovery Program, in « Rivista di Politica economica», 1948, marzo.

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