Quaderni di Roma - anno II - n. 1-2 - gen.-apr. 1948

II8 GAETANO STAMMATI questi enti hanno fondamentale importanza quelli sorti in base agli accordi di Bretton Woods: il Fondo monetario e la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (1); la F.A.O., l'I.T.O., ecc. enti - peraltro - i cui compiti non possono essere bene inquadrati e puntualizzati se non vengano presi in considerazione con una visione unitaria e se non se ne colleghi reciprocamente l'azione. E, per esempio, evidente che il problema della disoccupazione viene troppo spesso considerato con spirito eccessivamente razionalista o isolazionista, con riferimento a ipotesi di mercati chiusi. Ciascuna nazione ha messo allo studio i « piani » per conseguire il pieno impiego, esaminando le condizioni necessarie per attuarli, impegnando larga parte dei propri redditi allo scopo di alimentare flussi più o meno artificiali di domanda di lavoro, con esclusivo riferimento al proprio mercato interno. Ed invece dovrebbe essere intesa da tutti la proficuità di un reciproco coordinamento dei piani di pieno impiego e la convenienza per i paesi che li attuano di adottare provvedimenti che non si traducano, poi, in una « esportazione di disoccupazione»: ciò vuol dire che l'equilibrio economico internazionale può essere conseguito unicamente sulla base di un sincrono ed armonico movimento delle merci, dei capitali e delle persone. Perciò l'I.T.O .. l'I.L.O., la Banca Mondiale e gli altri organismi internazionali non vanno tanto considerati come Istituti autonomi, ma come strumenti concomitanti, la cui attività deve essere sincronizzata e coordinata, sia pure sotto il segno di una concorde disciplina. Anche sul mercato internazionale l'E.R.P. sembra uno strumento utilmente impiegabile per conseguire lo scopo di ritorno a condizioni normali di equilibrio, in quanto si riesca ad attuare: a) una utilizzazione dei rifornimenti ( o « aiuti ») internazionali, tale da favorire in ciascun Paese lo sviluppo di attività produttive secondo logici programmi di investimenti e secondo un rigoroso principio di convenienza economica; b) una corrispondenza accertata fra le necessità di un minimum di ripresa iniziale dell'economia europea e l'entità dei rifornimenti esteri, nonché una distribuzione equilibrata di tali rifornimenti che riesca ad attenuare (e non ad aggravare) la disparità nelle condizioni economiche dei paesi interessati; e) un coordinamento il più possibile preciso tra gli sforzi produttivi di ciascun paese ed una utilizzazione comune delle risorse disponibili. Le anzidette finalità presuppongono appunto l'assestamento nelle strutture dei prezzi, dei costi e dei redditi all'interno, come presuppongono l'at- ( 1) Sugli accordi di Bretton Woods, si veda, nell'ampia letteratura apparsa, lo studio del prof. G. U. PAPI, Che significa dopo /PIio Brel/011 lVoods? in « Rivista di politica economica», 1947, gennaio.

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