SALVADOR!E FOGAZZARO 9 poetico » del Fogazzaro, aggiungeva: « E ancora uscito, in volume, il Mistuo del poeta? Giorni sono, vidi sul Ft-acassa dei versi tratti di lì, che non avevo letto nella prima stampa, e che, come sentimento, non mi piacquero molto. Desidererei vedere nell'opera del Fogazzaro il frutto, sempre grande, d'una vera e piena vittoria; per parlare in linguaggio tecnico, lo vorrei veder passato dal dramma ali' epopea: ma ancora non mi pare il momento» (1). \ Quasi a completare una pagina del Mistero del poeta, dove è una « Leggenda del diletto » di asserita origine islamica, il Salvadori ideò la sua Leggenda dell'anima (2). Mandandola al Fogazzaro, nel 1892, accennava a quell'ampliamento soprannaturale cristiano del fondo puramente umano della parabola: « Ella vedrà che la prima idea è un po' trasformata; e perdonerà questa, che artisticamente è forse una profanazione: ma forse anche come pensiero non la disapproverà» (3). Il poeta gli rispondeva: « .... la Sua Leggenda del!'anima non mi ha fatto né poteva farmi, d_ispiacere. Forse, avendo io in mente quella leggenda in un'altra forma letteraria, avendola anzi, direi, piuttosto nel cuore che nella mente, non potei gustare appieno i Suoi versi. Questa è, com'Ella intende, una impressione tutta soggettiva e non può aver valore di critica » (4). L' « adolescente » ( 5) restava chiuso, così, nel suo ideale e irreale mondo di puro sentimento, quasi di sogno. Una «vittoria>> parve, al_Salvadori, il poemetto Eva (1891), in cui il Fogazzaro avrebbe « corretto » (6) il Daniele Cortis, rappresentando con un netto distacco morale le relazioni d'amore tra persone non libere. Grato al poeta che glielo aveva inviato, del « dono così gentile e caro », scrisse allora una lettera di delicata finezza. Gli diceva, tra altro: « Quella Sua storia di dolore e di speranza io la conosceva fin da quando fu pubblicata la prima volta. Con quale animo la leggessi, Ella, che forse ricorda ancora quanto io abbia vissuto con Daniele Cortis, lo può immaginare meglio che io non lo dica. Ho inteso bene che Eva era la manifestazione artistica d'una vittoria, tanto più grande quanto più oscura e dolorosa, della coscienza sostenuta da Dio, e mi son rallegrato tacitamente con Lei vedendolo sempre fedele coi fatti al santo proposito di sollevar l'arte al suo ufficio di purificatrice dell'amore. (I) Lettera del Salvadori a F. Crispolti, Mbnte S. Savino (Arezzo), 31 agosto 1888 (inedita). (2) Ora nei Ricordi de/l'u111ile !Ja/ia. Torino, Libreria ed. Internazionale [1918), pagine 319-321. (3) SALVADOR!, Lmere, pag. 77. (4) Lettera del Fogazzaro al Salvadori, Valsolda (prov. di Como), 7 settembre 1892. Dall'autografo. O) Questa definizione dal Salvadori data una volta del Fogazzaro mi è riferita dal dott. Giulio Carcani. ( 6) L'osservazione, sentita in casa Salvadori, venne espressa dal Crispolti in un articolo, che il Fogazzaro approvò. Cfr. P. NARDI, Antonio Fogazzaro, pagg. 362-363.
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