Quaderni di Roma - anno II - n. 1-2 - gen.-apr. 1948

98 FERRUCCIO PERGOLESI il capo del governo (con implicita sfiducia verso di esso) a pregare la maestà del re di assumere l'effettivo comando delle forze armate e la suprema iniziativa di decisione che le istituzioni gli attribuivano - il re nominò un nuovo governo con a capo il maresciallo Badoglio, governo di tecnici (civili e milit~ri), e non di uomini politici o di partito, ma non governo semplicemente« d'affari» (amministrativi), perché si manifestò ben presto, sia pure agendo per gradi, con carattere politico e precisamente in senso antifascista, conformandosi all'indirizzo che in tal senso si era venuto fissando, in modo necessariamente clandestino (per la soppressione delle libertà civiche operate dal regime fascista), in ambienti sia politici che mi- ~ ~ "( li tari, con crescente pressione sulla corona per indurla a prendere un' i111- ~. • zia tiva costituzionale che ridesse al Paese libertà di decisioni all'interno ed all'estero. Era intanto cominciata ed andava proseguendo l'occupazione dal sud da parte delle forze armate anglo-americane; 1'8 settembre si pubblicava l'armistizio con esse; nel centro e nel nord si operava e si intensificava, in conseguenza, l'occupazione da parte delle truppe tedesche; si passava poi ad una dichiarazione formale di guerra alla Germania (13 ottobre), mentre silstabiliva una «cobelligeranza» con gli «alleati>>. A complicare la tragica situazione sorgeva e si affermava nel centro e nel nord la c. d. « repubblica sociale italiana », quale governo di fatto locale in territorio sempre più ristretto fino alla sua dissoluzione concomitante col collasso e la « debellatio » della Germania, della quale era virtualmente creatura. Il re ed il capo del governo, per evitare di cader prigionieri in mani tedesche, abbandonavano Roma e si rifugiavano a Brindisi, piccolo lembo libero d'Italia, per assicurare la continuità della vita legale dello Stato, pur tra umiliazioni e diffidenza degli << alleati » e intralci e ostilità dei partiti politici (rivelatesi specialmente al congresso di Bari del gennaio 1944). Rimasti quasi tutti i ministri a Roma, mentre da un canto si provvedeva in un primo momento ad emanar norme a mezzo di bandi militari, con delega al capo di stato maggiore generale, dall'altro si procedeva poi (16 novembre) a nuove nomine di sottosegretari con funzioni delegate di ministri. La compagine ministeriale fu rimaneggiata con decreti dell'll e 15 febbraio 1944 e finalmente il nuovo ministero Badoglio del 22 aprile poté avere una composizione a carattere politico, superandosi, in una specie di «compromesso» politico, le posizioni antagonistiche della corona e dei partiti, promettendo Vittorio Emanuele la prossima nomina di un luogotenente e accettando in- ,, tanto i secondi di collaborare al governo per il bene del Paese, sempre più prostrato. Si iniziava così un periodo di « tregua istituzionale » e della lotta tra i partiti. :Altri governi si succedevano, sempre di carattere politico, con la rappresentanza dei sei partiti del Comitato di liberazione nazionale ( c. d. « esarchia »), dopo l'avvenuta nomina del luogotenente, all'atto della « liberazione» di Roma; a tali governi fu gradualmente restituito l'esercizio 'l

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