ROMA E LA RIVOLUZIONE DELLA CROCE 4ì5 ii fatto che le strade erano numerose e sicure, che la stessa moneta aveva · corso dappertutto, costituivano facilitazioni che gli Europei del ventesimo secolo, inceppati da frontiere e controlli doganali, potrebbero ben rimpiangere. Gli Apostoli e gli Evangelisti hanno utilizzato la pace romana per seminare la Buona Novella, e questo è un dato di capitale importanza. D'altra parte, però, nel potente {?rganismo che era allora l'lmperium romanum, c'erano delle profonde incrinature che i pagani più perspicaci avevano scorto chiaramente. E queste incrinature s'allargheranno sempre più durante i primi quattro secoli, fin a quando tutto l'edificio crollerà sotto l'urto dei Barbari. L'organizzazione del regime che si appoggia solo sulla forza determina, nel campo politico, crisi sempre più frequenti, sempre più violente. Dalla morte di Nerone nel 68 a quella di Teodosio nel 395, non ci saranno meno di trenta rivoluzioni o colpi di mano. Nell'ordine morale abbiamo già segnalato le piaghe sanguinose dell'antico organismo. Nell'ordine sociale, ci troviamo sempre più di frontè a una popolazione pigra, colpita da paralisi, che non vuole più nè lavorare, nè combattere, nè aver figli; una popolazione che lo Stato deve nutrire per tenerla tranquilla e che abbrutisce distraendola coi giochi degradanti del circo. Nell'ordine religioso, constatiamo un'angosciosa crisi che va crescendo e tormenta 'la coscienza dell'uomo antico. La vecchia religione romana non è più che un culto ufficiale. Si fanno venire dall'Oriente divinità d'ogni genere, più o meno,strane, cui si vota un culto mistico, talvolta elevato, talvolta particolarmente degradante. Si ha l'impressione che l'anima antica vada a tentoni nelle tenebre, chiamando in aiuto i misteri d'Orfeo, i miti di Iside, le cerimonie del sanguinoso battesimo di Mitra. Le peggiori superstizioni si scatenano: l'astrologia e la magia contano migliaia di adepti. Una società, che presenta di queste incrinature, è senza dubbio ferita a morte. Ecco dunque lo schema storico secondo il quale si opererà, durante i primi quattro secoli, quella che abbiamo chiamato la « Rivoluzione della Croce». Da un lato assistiamo alla progressiva disgregazione della potenza romana e della società antica, che, minata dai suoi vizi, scivola sempre più verso la decadenza, pur con soprassalti e riprese, ma ineluttabilmente. Dall'altro constatiamo il progresso continuo e irresistibile della nuova formazione nata da Cristo. Servita dal personale rivoluzionario dei Santi e degli eroi la dottrina rivoluzionaria del Vangelo utilizza le favorevoli circostanze offertele dalla situazione rivoluzionaria in cui 'si trova l'Impero di Roma per assidersi sulle rovine. Verrà il giorno dunque in cui, caduta in dissoluzione la società antica, la società cristiana si sostituirà ad essa. In quel momento la « Rivoluzione della Croce » avrà trionfato.
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